FRANCESCO MORONI
Cronaca

Cristianini: "L’uomo e la Machina sapiens"

Il professore di Intelligenza Artificiale presenta oggi al Mast l’ultimo lavoro. "Abbiamo perso il monopolio della conoscenza?"

Cristianini: "L’uomo e la Machina sapiens"

Cristianini: "L’uomo e la Machina sapiens"

"Tra gli animali non siamo i più forti, né i più veloci, ma siamo sempre stati quelli che sono bravi a conoscere il mondo, questo è così importante per noi che abbiamo scelto di definirci Homo sapiens. Adesso che le nostre macchine sono in grado di capire e collegare i contenuti dei nostri libri, passare gli esami universitari e programmare i computer, abbiamo perso il monopolio della conoscenza?". Torna indietro al 1950, Nello Cristianini (foto), citando Alan Turing: "Propongo di considerare la domanda: le macchine possono pensare?". Una frase da cui parte il saggio Machina sapiens. L’algoritmo che ci ha rubato il segreto della conoscenza (il Mulino). E prosegue, rifacendosi ancora a Turing, osservando che il fondatore dell’informatica proponeva di considerare "pensante" ogni macchina che fosse in grado di conversare con noi senza essere smascherata. Se il 2023 può essere identificato come l’Anno Domini dell’intelligenza artificiale, Cristianini va oltre: si rifà alla mitologia, passa in rassegna le proposte di Turing, il suo celebre test divenuto il ‘Sacro Graal’ dell’informatica, guarda agli interrogativi del presente e lancia sfide sul futuro. Il professore di Intelligenza artificiale all’Università di Bath presenterà l’ultimo lavoro al Mast, oggi alle 18.30.

Si parte da Turing, dunque.

"Il test di di Turing è stato il Sacro Graal dell’informatica per anni. C’era una competizione annuale, poi abbiamo rinunciato senza che nessuno la vincesse".

Poi?

"Lo scorso anno, molti di noi hanno conversato con ChatGPT, e secondo uno studio il 40% degli utenti non è riuscito, in tempi ragionevoli, a riconoscere una macchina quando parlava con essa. Questo libro è la storia di come siamo arrivati in pochissimi anni a conversare con delle macchine, e dell’effetto che questo avrà su di noi".

Cos’è cambiato?

"Il libro racconta proprio la storia di come ci siamo riusciti, di com’è successo mentre eravamo impegnati a fare altro, con grande sorpresa degli scienziati. E poi anche la storia di quello che è successo quando abbiamo incontrato questo meccanismo, cosa abbiamo provato noi iniziando a sperimentarlo. C’è quello che si innamora, quello convinto che la macchina sia senziente, quello che prova a ingannarla. E c’è, soprattutto, l’ansia: petizioni che chiedono una moratoria, ricercatori che si dimettono, politici che si precipitano a scrivere leggi nuove. E la corsa delle aziende, intente a creare modelli sempre più potenti. E infine la grande domanda: e noi?".

Lei dice che "abbiamo perso il monopolio della conoscenza".

"Tutto parte dalla conoscenza: facciamo iniziare la nostra mitologia dal momento in cui rubiamo il frutto della conoscenza, o il fuoco della conoscenza, a seconda che si tratti di Eva o Prometeo. È da quel momento che iniziamo a raccontare la grande avventura di Homo sapiens. Ora abbiamo creato una macchina con lo stesso dono, che può leggere migliaia di libri, comprenderli a modo suo, e formulare risposte di conseguenza. E allora mi chiedo: se oggi è in grado di fare questo, cosa succederà quando di libri ne avrà letti milioni? Più le forniamo esempi, più emergono capacità nuove e impreviste, e nuove abilità".

A Bologna, con il Tecnopolo e il supercomputer Leonardo, ci sono stati investimenti importanti. Fa effetto venire qui?

"Bologna ha una grande tradizione culturale, e il Mast è un posto magnifico, dove si respirano cura e bellezza. Credo però che, con tutto il rispetto, per quanto abbiamo il nostro cluster, bisogna essere onesti: questo grande sforzo, con 15mila GPU (i processori di nuova generazione richiesti dal’AI, ndr), va confrontato con quello di un’azienda privata come Meta, che ne ha 600mila. Forse è necessario un impegno a un livello superiore, magari europeo".

È questo il momento di agire?

"È un momento di svolta: conversare con la macchina è soltanto uno degli aspetti, quello piu’ visibile, ma le opportunità sono ben superiori: oggi GPT-4 può passare gli esami di ammissione al’università, e scrivere programmi per il computer di buona qualità. A modo suo, questo dimostra una comprensione del mondo".