Dalla sua ‘Delebile’ agli Stati Uniti

Bianca Bagnarelli, dopo aver frequentato l'Accademia di Belle Arti di Bologna, ha fondato una casa editrice che le ha permesso di collaborare con importanti testate come il New York Times, il New Yorker, The Washington Post e The Atlantic. Oggi le sue influenze sono fumettisti come Chris Ware, Daniel Clowes e Jillian Tamaki.

È arrivata a Bologna per iscriversi all’Accademia di Belle Arti, Bianca Bagnarelli, e ha frequentato due anni del corso di ‘Fumetto e illustrazione’, che ha lasciato per fondare un’autoproduzione, poi diventata una "piccolissimissima" casa editrice, come la definisce lei, ‘Delebile’, che oggi non esiste più. Ma le ha dato la possibilità di partecipare a tanti festival e di conoscere tante realtà che facevano lo stesso lavoro in altri Paesi, tra cui ‘Nobrow’, casa editrice inglese molto cresciuta, con cui ha pubblicato il suo primo libro a fumetti ‘Fish’, notato dall’art director del New York Times che le chiese una collaborazione – era il 2013 – che ancora continua e che ha portato ad altre collaborazioni, tra cui, dal 2016, quella con il New Yorker, periodico statunitense nato nel 1925 che pubblica reportage, commenti, saggi, narrativa, vignette e poesia, con stile narrativo ironico ed elegante.

Oggi lavora anche con The Washington Post e con The Atlantic. Tra le influenze più importanti solo fumettisti, come Chris Ware, Daniel Clowes, Jillian Tamaki, Sammy Arkham, Geneviève Castrée. Nel 2021 aveva realizzato un’illustrazione per il New Yorker per la serie ‘Cartoline dalla pandemia’, realizzando un’illustrazione di una signora mascherata che si trascina il carrellino della spesa in una via Belle Arti deserta.