"Dopo l’emergenza, crollo dei vaccini". Emilia-Romagna tra le regioni virtuose

Nell'inverno appena trascorso, l'attenzione si è spostata sui virus respiratori diversi dal Sars-CoV-2, colpendo neonati, anziani e pazienti fragili. La bassa copertura vaccinale per il Covid ha evidenziato la necessità di sensibilizzare la popolazione sull'importanza della vaccinazione anche contro l'influenza e il virus respiratorio sinciziale. Le regioni italiane hanno registrato variazioni nella percentuale di vaccinati, con la Toscana in testa e le Marche in coda.

"Quest’anno c’è stato un impatto importante per altri virus respiratori rispetto al Sars-CoV-2 che ci aveva lasciato tramortiti negli anni passati. Man mano che l’andamento del

Covid è andato verso una fase di declino, nel frattempo il virus respiratorio sinciziale e l’influenza o i virus parainfluenzali sono saliti all’attenzione dei clinici. Hanno colpito non solo i neonati, ma anche i pazienti fragili, adulti over 70 e chi ha patologie croniche".

Così il presidente degli infettivologi Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, Roberto Parrella, a margine dell’evento al ministero della Salute a Roma ‘La sanità che vorrei-infezioni respiratorie’, promosso dalla Simit. "L’aspetto nuovo dell’inverno che ci siamo messi alle spalle è la copertura vaccinale che per il

Covid è stata bassa. Per l’influenza c’è stata una maggiore risposta - continua Parrella - Ma riscontriamo una stanchezza vaccinale nella popolazione dopo le problematiche del

Covid con i tanti richiami. Anche per questo è importante organizzare delle campagne di sensibilizzazione sui vaccini e sulla prevenzione. Ad esempio – conclude Parrella – sul virus respiratorio sinciziale, che in passato era identificato come responsabile di grossi problemi nella popolazione pediatrica e oggi viene attenzionato nella popolazione adulta".

La copertura vaccinale contro il Covid nella stagione 2023-2024 è stata, per gli over 60, a ivello nazionale, del 10,2%. La regione più virtuosa è stata la Toscana (19,1%). Subito dopo c’è l’Emilia-Romagna (17,5%) che ha preceduto la Lombardia (15,4%). Male, invece, le Marche: appena il 5,9%.