PAOLO ROSATO
Cronaca

’Doriforo di Stabia’, gli Usa si oppongono alla restituzione

Il Gruppo Tremagi, con il sostegno del governo e delle istituzioni locali, realizzerà a Bologna il Museo della Cultura Italiana, un centro polivalente con aree espositive, tecnologiche e didattiche. Il progetto, finanziato privatamente, punta a valorizzare il patrimonio culturale italiano e coinvolgere scuole e turisti.

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Non solo opere d’arte, che pure ieri il ministro Gennaro Sangiuliano ha promesso. Ci saranno anche negozi, ristoranti, bar, parcheggi sotterranei e un auditorium da 800 persone. E poi, certo, aree per mostre permanenti, spazi per l’audiovisivo, tecnologie interattive, testi grafici, ologrammi, diagrammi, giochi didattici, scenografie. Tutto questo sarà contenuto nel Museo della Cultura Italiana, voluto dal Gruppo Tremagi che controlla Illumia, azienda bolognese in grande espansione che opera nel mercato libero di luce a gas. Il finanziamento sarà tutto di famiglia, e ieri il protocollo d’intenti è stato firmato nel cuore della Bolognina, quartiere pulsante dove sorge Illumia, dal fondatore Francesco Bernardi assieme al ministero della Cultura, al Comune di Bologna e alla Regione Emilia-Romagna. Il centro polivalente verrà costruito lì di fianco, in uno dei terreni di proprietà della Holding. Si pensa a un investimento tra i 50 e i 100 milioni di euro, per 12 mila metri quadrati. Per il progetto ci si affiderà a un concorso internazionale di idee.

"Ho fatto uno schizzo, mi piacerebbe che avesse la forma di un diamante, ma io non sono un architetto e quindi decideranno i progettisti incaricati – ha detto Francesco Bernardi –. Emozione e informazione saranno i binari che susciteranno nei visitatori il desiderio di tornare “a riveder le stelle“. Il museo avrà un linguaggio estremamente popolare, avrà sia elementi materici, sia tecnologici. Siamo tutti molto entusiasti".

È già deciso, però, che il Museo debba avere al suo interno cinque macro aree tematiche. Questi gli argomenti: Bel Paese; I popoli che ci hanno invaso; Cristianesimo; La lingua italiana; I grandi personaggi. Inutile dire che uno dei grandi target del maxi hub della conoscenza, oltre ai turisti, saranno soprattutto le scuole.

A siglare il patto, come detto, c’era il governo con Gennaro Sangiuliano. "Dobbiamo porci il problema di creare oggi quello che in futuro, fra 100-200 anni, sarà il passato. Questo museo dovrà diventare il passato del futuro – ha detto il ministro della Cultura –. Non faremo mancare le risorse, se saranno necessarie. E soprattutto porteremo anche delle opere. Abbiamo 5 milioni di opere, ne esponiamo solo 480mila. Possediamo un tale patrimonio, con una tale estensione che è necessaria poi la collaborazione con i privati. L’idea è quella di raccontare in un percorso museale il contributo che l’Italia ha dato all’umanità".

In sala anche la sottosegretaria Lucia Borgonzoni. "Per Bologna sicuramente si tratta di una grande opportunità – ha detto l’esponente leghista del Mic –. Un’occasione per richiamare in città ancora più visitatori in arrivo da altre regioni e da altre parti del mondo, desiderosi di conoscere la storia e la cultura del nostro Paese". A promettere risorse è stato anche Stefano Bonaccini. "Siamo pronti a fare come Regione tutta la parte che serve per lo studio di fattibilità e a mettere anche parte delle risorse economiche per la realizzazione di questo nuovo museo – ha detto il governatore dell’Emilia-Romagna –. Questa del Museo è un’idea molto importante, perché qualcuno più importante di me disse che chi non conosce il proprio passato rischia di viverne le pagine peggiori. L’Italia ha una grande storia, che in alcuni aspetti è stata anche tragica e guai a ripeterla. Ma ha una grande storia, tante eccellenze, può dare molto all’Europa".

Infine il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. "Non sarà facile definire l’italianità tra gli italiani e l’italianità in Europa, ma è una grandissima sfida che in particolare Bologna può vincere", ha chiosato il primo cittadino.