Due vittime in un giorno. Operaio precipita e muore. Fabbro ucciso dal fuoco

Alla Cnh di Jesi un 54enne è caduto da 7 metri mentre montava dei pannelli. Nel Fermano artigiano investito dalle fiamme dopo lo scoppio di una bombola.

Due vittime in un giorno. Operaio precipita e muore. Fabbro ucciso dal fuoco

Due vittime in un giorno. Operaio precipita e muore. Fabbro ucciso dal fuoco

di Sara Ferreri

JESI (Ancona)

Due morti sul lavoro in un giorno nelle Marche: a Jesi, un operaio di 54 anni di una ditta esterna è caduto dal tetto di uno stabilimento sul quale stava lavorando ed è morto sul colpo; a Rapagnano, nel Fermano, un fabbro di 62 anni è morto avvolto dalle fiamme nel laboratorio. La prima tragedia sul lavoro è avvenuta ieri, verso le 10, nello stabilimento Cnh industrial, che produce trattori, a Jesi. Simone Filipponi, 54enne di Castelbellino, vicino a Jesi, padre di due figli e socio contitolare della Bf montaggi, una piccola azienda di Castelbellino che lavora da tempo nello stabilimento Cnh per le manutenzioni, è precipitato dalla copertura in pvc che stava riparando. Aveva stimato l’intervento in due giorni di lavoro, assieme agli operai, e quello di ieri sarebbe stato l’ultimo per sistemare le coperture in pvc danneggiate dal vento. E invece quell’ultimo giorno di lavoro si è trasformato in tragedia: ha perso la vita praticamente sul colpo, dopo essere precipitato da un’altezza di sette metri. Incredibilmente come, 11 anni prima il fratello Giuseppe, precipitato dal tetto di un granaio a casa dei genitori ad Apiro, a 44 anni. Inutile ogni tentativo di soccorso: i sanitari hanno provato a rianimarlo per oltre mezzora. L’uomo stava sistemando nuovi pannelli coibentati sulla copertura danneggiata dal vento. Secondo una prima ricostruzione, al vaglio di ispettori Ast e carabinieri, il 54enne era salito col carrello elevatore a circa sette metri di altezza e stava camminando sulla copertura di congiunzione (danneggiata dal vento) per sistemare i pannelli, quando non avrebbe trovato sotto i piedi la struttura in acciaio che sostiene la copertura in pvc. Filipponi è precipitato sotto gli occhi di alcuni operai che si trovavano alla fine della linea di produzione. Sarebbe stato trovato con la schiena a terra e non cosciente dai colleghi. Sul posto l’eliambulanza da cui si è calata nel piazzale dove si producono trattori l’équipe medica. Mezzora di manovre rianimatorie, ma il cuore di Filipponi non è riuscito a ripartire.

Le indagini sono in corso e resta da capire se l’imbracatura che il 54enne indossava fosse agganciata e assicurata. In pochi istanti sullo stabilimento – ieri per lo più fermo con gli operai in cassa integrazione – è calato il gelo. Operai e sindacati prima hanno parlato di sciopero, poi hanno concordato con l’azienda la "messa in libertà" e tutti sono tornati a casa, testa bassa e occhi lucidi. "Non si può morire andando al lavoro. Non nel 2024", commentavano. Parlano di fatto "inaccettabile" anche i due sindaci di Jesi e Castelbellino, Lorenzo Fiordelmondo e Andrea Cesaroni. A Rapagnano, invece, la tragedia è avvenuta poco dopo le 12. Paolo Mariani, 62 anni, stava utilizzando la fiamma ossidrica nel seminterrato della sua abitazione adibito a laboratorio, quando per cause in corso di accertamento la bombola è esplosa e le fiamme che ne sono scaturite lo hanno investito in pieno. Vani i tentativi di soccorso.