Elena Di Gioia I piani per la cultura: "Morandi, Medioevo e via Manzoni"

I progetti in campo: "Un sistema museale cittadino. E i libri ’ viaggeranno’ fra le biblioteche di tutti i comuni"

L’agenda del 2024 di Elena Di Gioia, delegata alla Cultura, è piena di punti su relazioni da tessere tra pubblico e privato, sistemi da costruire, distretti da mappare, artisti da esaltare, epoche storiche bolognesi da raccontare con l’aiuto della contemporaneità, movimenti culturali da ascoltare e qualche progetto di museo da architettare. Il tutto cercando di fortificare i saperi locali e al contempo una reputazione internazionale. In città arriverà prossimamente anche uno spazio verde intitolato a Francesca Alinovi, al Cavaticcio.

Di Gioia, qual è stato il progetto più difficile su cui ha lavorato l’anno scorso?

"Vorrei parlare di complesso più che di difficile, a dir la verità, parola calzante quando si affronta il sistema metropolitano. La dimensione strategica di una politica culturale nuova e di questi anni, in cui siamo a tutti gli effetti una città culturale e artistica allargata con un milione di abitanti e 55 comuni, è una frontiera nuova. Oggi lavoriamo per musei, per teatri, per biblioteche, per una dimensione diffusa di offerte, tra le più complesse e anche più strategiche di sempre. Costruire un’architettura permanente di lavoro con Comuni di diverse dimensioni e con grandi differenze è stato possibile con la governance, i distretti culturali e lo studio del territorio. È la prima volta che si fa un ragionamento culturale di questa ampiezza, Bologna Città Metropolitana è un fatto".

Il primo proposito per il 2024?

"Lavorare sul prestito del libro diffuso, in tutte le frazioni, anche dei più piccoli comuni, cosa che ora non è possibile, perché un prestito che possa girare in tutte le oltre 120 biblioteche oggi non esiste. Un cittadino di Bologna e uno di Monteacuto delle Alpi avranno le stesse opportunità, lo stesso diritto alla cultura, arriveremo dove ancora non siamo, con "il libro che viaggia", il servizio di prestito intersistemico o Sic: ovunque un cittadino scelga un libro online, anche di un’altra biblioteca, per il 2024 garantiamo che quel libro gli arrivi".

Cosa dobbiamo aspettarci dai Musei Civici?

"Un rilancio strategico per i musei comunali e contemporaneamente la messa in campo per la prima volta, di un sistema museale cittadino".

Cosa significa?

"Una nuova qualità e positiva collaborazione tra istituzioni museali e culturali della città. Con Genus Bononiae stiamo procedendo con dialoghi e confronti per nuove collaborazioni che vadano a beneficio dei nostri musei e della loro offerta. Stessa cosa stiamo facendo, anche attraverso la sottoscrizione di alcuni protocolli d’intesa e accordi con altre realtà museali come quello d’ateneo, con la Pinacoteca di Bologna, con la Raccolta Lercaro. Già queste realtà fanno parte di itinerari condivisi. Il ’progetto Guercino’, così come anche altri itinerari sui quali stiamo lavorando, anche l’Ottocento, sono la concretezza di una collaborazione che fa sedere attorno a un tavolo soggetti che non avrebbero mai lavorato insieme, a progettare strategie e valorizzazioni".

La stagione 2023/2024 della politica culturale è all’insegna della tessitura di legami tra pubblico e privato?

"Sì, in questo senso ecco uno dei primi risultati di questo lavoro, ovvero Via Manzoni Culturale che presenteremo presto e con cui vogliamo creare un nuovo distretto, perché via Manzoni racchiude in sé un alto concentrato di istituzioni culturali, Palazzo Fava con Genus, Il Museo Medievale, l’Oratorio San Filippo Neri con la Fondazione del Monte, poi a pochi metri in via Parigi San Colombano con la collezione Tagliavini. Tornando indietro, attraversando via Indipendenza, c’è via delle Donzelle con lo spazio espositivo della Fondazione del Monte e poi Palazzo Boncompagni. Insieme vogliamo fare un ragionamento sullo spazio pubblico di questa strada dove ci sono già molte manifestazioni per la cultura. Anche questa è un’architettura di sistema che rafforzerà Bologna come capitale culturale e che resterà come eredità".

La città e il suo patrimonio culturale: come valorizzarlo?

"Per il 2024 vogliamo lavorare su alcune figure di levatura internazionale, Giorgio Morandi è la prima cui pensare. Già Art City proporrà un progetto speciale a lui dedicato e poi andremo avanti sul lavoro di museo diffuso Giorgio Morandi, perché nella nostra città metropolitana abbiamo un unicum, i luoghi morandiani, da via Fondazza a Grizzana. A giugno del 2024, a 60 anni dalla morte di Morandi, arriveranno tante iniziative che per la prima volta uniranno i punti geografici morandiani, con anche Castel d’Aiano, a Roffeno, dove ha soggiornato per diversi anni e pochi lo sanno. Poi affronteremo in maniera forte e con il linguaggio del contemporaneo il Medioevo, facendo diventare il Civico Medievale un hub di narrazione".

Il Museo del Fumetto auspicato da Igort arriverà?

"Alla dimensione del fumetto dobbiamo dare una nuova voce e ancor più rilevanza, sono soddisfatta dell’invito che mi ha fatto Igort. Siamo agli inizi, su un luogo fisico ci ragioneremo, ne stiamo già mettendo in campo alcuni, per valorizzare anche la cultura popolare, come uno spazio permanente per il Teatro dei Burattini".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro