MARILENA
Cronaca

Eugenio, sempre pronto al bene comune

Il Comune di Bologna acquistò nel 1985 i dipinti della raccolta romana di Francesco Paolo Ingrao grazie alla perizia di valore fornita da Eugenio Riccòmini. Nel 1991, Riccòmini fornì anche gli elementi di valutazione economica della donazione di Maria Teresa Morandi alla Città.

Pasquali*

Nel 1985, quando il sindaco Renzo Imbeni propose di acquistare i ventidue dipinti della raccolta romana di Francesco Paolo Ingrao, fu Riccòmini a fornire la perizia di valore che stabilì in 200 milioni di lire per quadro – per un totale di quattro miliardi e quattrocento milioni – la cifra da riconoscere al collezionista. La perizia era perfettamente in linea con i valori di mercato del momento e quindi, anche grazie al suo contributo, il Comune decise l’acquisto, portando a buon fine una delle operazioni più ardite e meritorie affrontate da un ente pubblico italiano nel campo dell’arte moderna e contemporanea. E lo stesso accadde al momento della grande donazione di Maria Teresa Morandi, nel 1991, quando sempre lui (uno dei pochi e dei primi a sapere che cosa stava bollendo in pentola in quell’estate tutta in fibrillazione) fornì gli elementi di valutazione economica delle centodiciotto opere donate dall’ultima sorella dell’artista alla Città, dati indispensabili all’acquisizione formale dei beni. Non vi dico di quante volte abbiamo parlato insieme di Morandi, lui che affermava quasi provocatoriamente di non amare l’arte del XX secolo, ma che per questo artista grandissimo faceva un’eccezione. Non vi ricordo i suoi testi, a partire da Morandi: memoria e presenza (1985), pubblicato come primo scritto nel catalogo della mostra ‘Morandi e il suo tempo’, curata da Franco Solmi alla Gam. Mi piace invece riportarvi un altro suo fondamentale intervento, che pochi conoscono. Al generosissimo atto di Maria Teresa il Consiglio comunale, ancor prima di adottare la delibera di accettazione, rispose con un immediato atto di ringraziamento e di encomio che venne firmato all’unanimità da tutti i consiglieri. E chi scrisse il testo di questo documento? Naturalmente Eugenio Riccòmini, sempre pronto a lavorare per il bene comune, a favorire le cose belle e utili, per tutti.

*Presidente del Centro Studi Giorgio Morandi