Fico, Lepore benedice la svolta "Non deve fallire, ok al rilancio"

Il sindaco: "Ho sentito Farinetti, approfondirò il progetto". Opposizioni: "E’ stato un flop, ne prendano atto"

Fico, Lepore benedice la svolta  "Non deve fallire, ok al rilancio"

Fico, Lepore benedice la svolta "Non deve fallire, ok al rilancio"

L’avventura di Fico a Bologna "non può fallire". Anche per questo "la città lavorerà per fare in modo che possa andare avanti". E’ il messaggio spedito ieri dal sindaco Matteo Lepore al plenipotenziario del parco agroalimentare Oscar Farinetti, che ieri sul Carlino Bologna ha illustrato il piano di rilancio della struttura, dopo il down degli ultimi anni, chiedendo anche "scusa" ai bolognesi. Del rilancio Farinetti ha anche parlato con il sindaco, è stato Lepore stesso a rivelarlo ieri ai cronisti a margine di una conferenza stampa sull’allerta maltempo. "Nel mondo dell’impresa il fallimento è una cosa prevista – ha argomentato Lepore –, bisogna sapersi rialzare e lavorare per fare meglio. Sicuramente non possiamo vedere fallire Fico, che è un’azienda che occupa tante persone. Quindi la città lavorerà, come ha fatto in questi anni, per fare in modo che un’attività imprenditoriale che ha tanti occupati possa andare avanti. Il piano di rilancio – ha continuato Lepore – mi è stato raccontato, ma non l’ho ancora visto sulla carta, quindi voglio approfondire alcuni elementi. Certamente quella è un’area che ha un grande interesse, arriva anche il capolinea del tram, quindi è un’area su cui scommettere per il futuro della città".

Intanto, su ‘Fico Revolution’ che sta per partire a breve ("Già entro Natale 2023 voglio veder nascere qualche idea", ha detto Farinetti) stanno emergendo altri dettagli. Per esempio, nel nuovo Business Plan per il 2023 del Fondo Pai c’è il remaquillage della cosiddetta ‘Ex Area Dolci’, che cambierà totalmente. Si prevede una trasformazione in grande struttura di vendita ‘no food’, da destinare alla locazione diretta di nuovi partner con l’obiettivo di differenziare l’offerta del parco. Un altro pilastro del nuovo piano investimenti è invece quello dello sviluppo delle aree vicine al parco, con il Comune che è fortemente interessato allo sviluppo residenziale dell’ex area Asam (a est di Fico), delle aree annesse a Sud e della zona comunale a est del Nam, su quest’ultima nascerà lo stadio temporaneo del Bologna. Per il canone di locazione annuo dell’Ex Area Dolci si punta a un incasso di 1,1 milioni di euro. Secondo quanto presentato all’assemblea dei soci, attualmente l’esposizione del Fondo nei confronti delle banche finanziatrici è pari a euro 34.748.776,31. Un’esposizione che però ha già un piano di rientro (la società di Farinetti ripiana invece i debiti di gestione): la rimodulazione con le banche prevede, tra le altre cose, un’estensione della durata del finanziamento al 2040, un periodo di pre-ammortamento con applicazione di interessi differiti nel periodo primo gennaio 2023 – 31 dicembre 2025, un rimborso del debito a partire dall’anno 2026 con meccanismo di cash-sweep.

Sul nuovo corso sono molto critiche le opposizioni. "L’errore fondamentale dell’imprenditore, così come del Comune, è stato quello di creare questo enorme parco agroalimentare: la città non ne sentiva alcun bisogno – attacca Giulio Venturi (portavoce Lega) –. Perché non valorizzare invece le attività storiche della città? E basta deroghe al Decreto Unesco". "I bolognesi (pochi!) andati per curiosità a Fico non sono più tornati e i turisti preferiscono assaporare l’enogastronomia locale nel vasto centro di una delle città medievali più affascinanti d’Europa. Anche perché recarsi a Fico è una spesa non indifferente. speriamo che la svolta sia autentica", dichiara invece Francesca Scarano (Misto). "Il piano con il quale si vuole rilanciare Fico ci lascia molto perplessi – dichiara invece Samuela Quercioli di ’Bologna ci piace’ –, speriamo non sia il pretesto per una speculazione edilizia". Infine Fd’I con Francesco Sassone e Manuela Zuntini: "Fico è un fallimento, un encefalogramma piatto. Il Comune ne prenda atto e si preoccupi dei debiti del Caab".

Paolo Rosato

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