Gli effetti dell’alluvione sulla politica Monterenzio, maggioranza in crisi

La consigliera Anna Maria Cirillo prende le distanze dalle critiche del sindaco Ivan Mantovani "Mi dissocio da quanto ha detto sui costruttori locali. È la goccia che ha fatto traboccare il vaso".

A spaccare Monterenzio, dopo le frane, ci pensa anche la politica che nel paese appenninico è tutt’altro che quieta. La consigliera di maggioranza, Anna Maria Carillo, si è dimessa per alcune dichiarazioni del sindaco Ivan Mantovani: "Essendo anche io parte di questa Giunta, colgo l’occasione di dissociarmi da quanto affermato sui costruttori di Monterenzio. Non condivido per niente tutto ciò". Ecco le parole di Mantovani: "Abbiamo costruito male e abbiamo fatto una pianificazione sbagliata. Non abbiamo ascoltato dei segnali importanti. Costruendo sopra le frane che cosa ci si poteva aspettare?". Le dimissioni della Carillo proseguono: "Questa è stata davvero la goccia che ha fatto traboccare il vaso, sono stanca di essere, giustamente, attaccata in pubblico da vari cittadini per le incompetenze di questo gruppo (Monterenzio Aperta, ndr). Mi dispiace in quanto avrei voluto fare di più, ma nella mia posizione più di tanto non sono riuscita a fare. Avrei voluto aiutare anche in questi ultimi giorni, ma non sapevo nemmeno cosa e come fare, in quanto non ero all’occorrente di nulla se non dai social. Mi dispiace per chi mi ha dato fiducia, ma non mi sento più parte di questo consiglio e penso sia arrivato il momento di presentare le mie dimissioni. Mi spiace farlo in questo momento di disagio, ma senza sapere come muovermi, in quanto non ho istruzioni da seguire da parte del Comune, preferisco prendere questa decisione".

A esprimersi, poi, oltre a tanti cittadini colpiti dalle affermazioni del primo cittadino, è anche il geometra Silvio Albertazzi, storico residente del paese nonché ex consigliere: "Altro che accuse ai costruttori di Monterenzio, gli artigiani edili e non, al fianco dei cittadini, erano e sono anche oggi impegnati a liberare aziende, strade e luoghi dal fango, da 4 giorni scavano con ogni mezzo nei rii esondati, da soli, va detto, organizzati solo dalla loro esperienza di lavoro duro. Non è tempo di polemiche, ma se si è realisti, va ribadito che servono le manutenzioni ai fossi e ai torrenti, da qui nascono i problemi, costruzioni corrette e solide, basta chiacchiere e vincoli assurdi, basta complicazioni burocratiche e permessi mai dati per le bonifiche, basta briglie e staccionate in legno nei corsi d’acqua che cedono creando piccole dighe, mentre le briglie e i repellenti degli anni 60 sono ancora al loro posto. Nel capoluogo, ad esempio, il fiume Idice erodeva la sponda da almeno 4 anni, ma nulla è stato fatto e ora è franata la strada provinciale e siamo chiusi". Dopo le piogge e la frana del 3 maggio si dimise, per la gestione della chiusura e messa in sicurezza della Sp7 Idice da parte del sindaco, il consigliere di minoranza Pierdante Spadoni.

Zoe Pederzini