Gualandi, via alla perizia balistica. Ris al lavoro per analizzare lo sparo

Carabinieri e consulenti per oltre tre ore nell’ufficio all’interno della caserma della polizia locale di Anzola. Il Riesame si è intanto riservato sulla richiesta di scarcerazione dell’ex comandante accusato di omicidio.

Gualandi, via alla perizia balistica. Ris al lavoro per analizzare lo sparo

Gualandi, via alla perizia balistica. Ris al lavoro per analizzare lo sparo

La direzione da cui è partito il colpo. La proiezione delle tracce di sangue. Sono alcuni degli aspetti che gli specialisti del Ris di Parma ieri hanno cercato di ricostruire, nel corso del sopralluogo all’interno degli uffici della polizia locale di Anzola in piazza Giovanni XXIII. Attività che si sono concentrate in particolare nella stanza dell’ex comandante Giampiero Gualandi, dove l’uomo il 16 maggio scorso ha esploso il colpo che ha ucciso la vigilessa Sofia Stefani, 33 anni. Anche i consulenti di entrambe le parti, dei familiari della vittima (assistiti dall’avvocato Andrea Speranzoni) e dell’indagato Gualandi (difeso dall’avvocato Claudio Benenati), hanno preso parte all’accertamento assieme al medico legale incaricato dalla Procura di eseguire l’autopsia (la dottoressa Valentina Bugelli di Parma).

Al lavoro con il Ris c’erano i colleghi della Sezione investigazioni scientifiche di Bologna. La perizia balistica avviata ieri sarà fondamentale per ricostruire la dinamica e la distanza dello sparo, così come l’esame sulle condizioni della Glock semiautomatica con cui Gualandi ha fatto fuoco. L’obiettivo è quello di riscontrare (o smontare) la tesi dell’indagato, che si è difeso parlando di un colpo partito accidentalmente. I tecnici sono arrivati intorno alle 13,30 e le perizie sono andate avanti fino a circa le 18. Gli uffici della locale erano presidiati dai carabinieri della stazione di Anzola.

"Sono state fatte foto – ha spiegato l’avvocato Benenati – ed eseguiti dei rilievi. Posso dire che sono emersi alcuni elementi nuovi e importanti. Ora aspettiamo gli esiti finali dell’autopsia e della perizia balistica".

Intanto, ieri mattina, davanti ai giudici del Riesame si è discusso il ricorso presentato dal legale di Gualandi per chiedere l’annullamento della misura cautelare della custodia in carcere disposta dal gip Domenico Truppa o, in subordine, gli arresti domiciliari.

La Procura ha presentato nuovi documenti, tra cui alcuni verbali dei colleghi dell’ex comandante (che ieri non era in aula) e della vittima. L’udienza, durata circa due ore, si è conclusa nel primo pomeriggio, ma per la decisione bisognerà aspettare: il collegio, presieduto dal giudice Roberto Giovanni Mazza, si è infatti riservato. Gualandi, 63 anni, resta per il momento quindi in carcere con l’accusa di omicidio volontario aggravato per la morte di Sofia, con cui l’uomo aveva avuto una relazione.

Chiara Caravelli

Pier Luigi Trombetta