I bolognesi e Città 30: "I limiti c’erano già": "La sicurezza va messa sempre al primo posto"

Residenti, lavoratori e automobilisti: in quasi 7.000 hanno risposto alla consultazione lanciata dal ‘Carlino’ sul giornale di carta e sul web. Tra pareri, critiche e suggerimenti, il dibattito non accenna fermarsi.

I bolognesi e Città 30: "I limiti c’erano già": "La sicurezza va messa sempre al primo posto"

I bolognesi e Città 30: "I limiti c’erano già": "La sicurezza va messa sempre al primo posto"

Il fiume di lettori e cittadini che stanno partecipando all’iniziativa promossa dal nostro quotidiano, che propone un sondaggio in merito al modello ’Città 30’n non intende fermarsi. Il tema è ancora caldissimo e, tra mail inviate, coupon spediti alla redazione di via Mattei e commenti online, l’onda del dibattito non intende arrestarsi. Ecco alcune risposte tra coupon cartacei ed email arrivati alla redazione del nostro giornale

e commenti lasciati dagli utenti

sul nostro sito.

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Per me è sì, se tutti i veicoli a motore e non andassero più piano si vivrebbe molto meglio.

Giorgio Magri

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Per niente d’accordo, se tutti rispettassero le regole della strada i limiti già vigenti sarebbero bastati.

Coupon non firmato

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Non sono d’accordo con la misura, secondo me questo sindaco pensa di essere un signore feudale e non ascolta le proteste dei sui cittadini vassalli.

Antonio Alvisi

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Io concordo in linea generale, ma avrei preferito un’applicazione della norma più progressiva aggiungendo l’esclusione di alcune strade iniziando dal centro e dalle vie residenziali e lasciando le vie di scorrimento (come Via Massarenti, Via Andrea Costa ecc) con limite ai 50 Km/h.

In generale avrei aumentato il controllo del rispetto anche del limite dei 50 km/h.

Commento onlline

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Noi non siamo d’accordo. Guardare continuamente il contachilometri distrae il conducente dalla strada.

Famiglia Rossi

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Ho attraversato la città di Bologna per portare mio fratello all’ospedale Maggiore. La velocità consentita era la più varia, dai cinquanta ai trenta ai settanta, non si sa bene in quale tipologia poteva essere, in quanto anche il mio navigatore, si rifiutava di considerare i 30 km ora imposti dal Comune. Ho cercato inutilmente di rimanere nei trenta, ma in un momento di disattenzione mi ritrovavo inconsapevolmente sui 36; allora dicevo a me stesso, credi di essere in pista, di essere Niki Lauda? E nella mente mi turbinavano pensieri non propriamente da educazione di Oxford di chi ha imposto questa misura. Ma perchè, visto che il Comune lo applica per la nostra incolumità? Lo fa per il nostro bene, e non per la cassa come qualche malpensante afferma.

Giampaolo Corsini

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Vengo spesso a Bologna e devo dire che ci sono zone effettivamente pericolose (es. via Azzurra) in cui i 30 sono più che corretti però, è troppo semplice risolvere il problema penalizzando la circolazione nell’intera città. Credo che il sindaco si sia solo voluto mettere in mostra a livello nazionale in nome di una presunta sicurezza. Tra un anno vedremo i risultati.

Commento online

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Io sono d’accordo con la misura. Sarebbe ora di mettere al primo posto la sicurezza dei cittadini e smettere di fare del terrorismo sui tempi della città in totale malafede. Le esperienze di altre città europee dimostrano la qualità della scelta di Bologna.

Commento online

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Per me è no, bisogna sensibilizzare gli automobilisti all’attenzione e all’adeguamento della velocità a seconda della situazione, non imporre il limite dei 30 che comporta guardare in basso il tachimetro più che la strada inoltre la velocità di 30 costante e praticamente impossibile da mantenere quindi per non rischiare sanzioni si dovrebbe andare ancora più lentamente. Andrebbe anche insegnato ai pedoni ciclisti e monopattini che non si attraversa all’improvviso anche se ci sono le strisce ma occorre fermarsi un momento per dare tempo agli autisti dei mezzi che sopraggiunto di comprendere la loro intenzione.

Commento online

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Io non sono d’accordo, si sente parlare di più sicurezza, ma se guardiamo al numero di multe i conti non tornano. Se si iniziasse a sanzionare anche i ciclisti che, tra gli utenti della strada, sono quelli che infrangono di più le regole, ci sarebbe più sicurezza per tutti.

Michele Musani