Carenza di infermieri: i sindacati entrano di nuovo in campo dopo l’intervento del direttore generale dell’Ausl, Paolo Bordon, che ha ammesso di condividere le loro preoccupazioni, anticipando l’intenzione di voler partecipare a un confronto con le organizzazioni sindacali.
"Siamo a una svolta – sottolinea Stefano Franceschelli, segretario generale Cisl Fp dell’area metropolitana – perché all’ultimo tavolo avevamo chiesto un confronto con il direttore generale, quindi ha accettato l’invito. Chiediamo chiarezza sui numeri, abbiamo i dati delle uscite degli ultimi tre mesi, ma vogliamo anche avere certezze sulle sostituzioni delle varie figure professionali. E siamo preoccupati delle dimissioni di altri 18 infermieri dal Maggiore perché siamo ancora in periodo di riduzioni estive: si profila un altro mese critico". Anche Michele Vaira, segretario aziendale Cisl Fp dell’Ausl, punta sull’incontro con Bordon "per parlare di tutte le criticità, tra cui la programmazione sui pensionamenti del comparto. Si chiude il reparto di Villa Erbosa per recuperare una decina di infermieri, ma noi chiediamo anche garanzie per la riapertura, prevista il 2 ottobre, dell’unità assistenziale semi-intensiva del Maggiore chiusa per l’estate per permettere le ferie estive del personale. Inoltre, proponiamo iniziative di welfare aziendale per il trasporto e gli alloggi". Gaetano Alessi, responsabile del comparto sanità Fp Cgil, aggiunge che "in una logica di fronte comune in difesa della sanità pubblica, ci sentiamo di dare un consiglio al direttore generale: se cerca professionisti inizi dalle graduatorie dei concorsi già approvate in Ausl, ma finora inutilizzate. Come quella degli infermieri attiva dal 15 luglio e quella degli oss in scadenza a settembre. Inoltre, registriamo oltre 20 richieste di tecnici di laboratorio pronti a venire a lavorare in Ausl. All’incontro manifesteremo queste perplessità. E da martedì saremo in assemblea permanente in Ausl, iniziando dall’ospedale di Bentivoglio".
Per Massimo Aufieri, responsabile Uil Fpl dell’Ausl, "sul lavoro pesa una mancanza di organizzazione: chi fa assistenza viene spostato in continuazione da un reparto all’altro e questo provoca disaffezione e stanchezza. Inoltre, servono incentivi economici e convenzioni abitative che l’Ausl potrebbe attivare: ci sono infermieri che alloggiano in bed and breakfast".
Donatella Barbetta