Il 2024 del cardinale: "Sia un anno di speranza"

Il ’Te Deum’ del 31 dicembre: "Non rassegniamoci alle difficoltà"

Il 2024 del cardinale: "Sia un anno di speranza"

Il 2024 del cardinale: "Sia un anno di speranza"

La preghiera del Te Deum recitata dall’arcivescovo il 31 dicembre ha l’intento di ringraziare il signore per l’anno che si è appena concluso e dare qualche indicazione sull’anno successivo.

Il cardinale Zuppi non ha dubbi sul fatto che il 2024 debba essere un anno di pace e speranza. "Senza speranza non generiamo vita – sono le parole del porporato nella Basilica di San Petronio – perché la paura e il fatalismo ci fanno tenere stretta la vita e ci spingono a consumarla per la nostra felicità individuale. Avere speranza non significa avere tutte le risposte, ma che Dio viene ad abitare il nostro cuore". Per il cardinale, "la speranza ha, però, un prezzo e non si realizza immediatamente. Le difficoltà sono motivo di speranza, non di delusione o di rassegnazione. Dio non è una regola, ma una presenza viva che orienta le nostre scelte e che dà senso alla nostra vita". Sempre dal pulpito il prelato ha ricordato che un mondo che manca di speranza per chi cerca casa, per tanti carcerati, per i senza fissa dimora; che manca di sicurezza per tante donne minacciate da un mondo violento, è un mondo destinato al declino.

"Speranza è per certi versi adottare qualcuno – ha concluso Zuppi – perché possa crescere. Un tempo si adottava chi non poteva studiare nei paesi lontani. Facciamolo anche noi, è così bello. Adottiamo, per, anche quelli vicini che abitano qui a cui dobbiamo trasmettere la nostra passione, la nostra lingua, a cui dare un futuro insegnando un mestiere. Avremo tanti figli, perché speranza è dare una opportunità a chi non può averla".

Massimo Selleri