Il cardinale Zuppi premiato ai Marconi Days

Le celebrazioni in coincidenza dei 150 anni dalla nascita dell’inventore. La dichiarazione del porporato: "Per informarmi leggo il Carlino"

Il cardinale Zuppi premiato ai Marconi Days

Il cardinale Zuppi premiato ai Marconi Days

"Come mi informo? Coi giornali prima di tutto, da 4-5 anni prendo tre giornali digitali e Il Resto del Carlino vado a prenderlo tutti i giorni in edicola, anche per salutare il giornalaio". Il lettore ci perdonerà se iniziamo questa cronaca con la risposta che il cardinal Zuppi ha dato alla prima domanda che Luca Bottura gli ha posto, in occasione della cerimonia di conferimento del premio città di Sasso Marconi (che consiste in una radio, ovviamente). Il sindaco Parmeggiani ha introdotto il pomeriggio che si è svolto in un affollato salone delle Decorazioni, a Colle Ameno alla presenza di cittadini, della presidente della Fondazione Marconi Giulia Fortunato e dei bambini delle due scuole paritarie dell’infanzia che al termine hanno consegnato alcuni loro disegni al cardinale. Il programma è quello dei Marconi days, alla ventesima edizione, in coincidenza con l’anniversario dei 150 anni dalla nascita dello scienziato premio Nobel.

L’assessore Elena Bernabei ha letto la motivazione del premio assegnato al "cardinale Matteo Zuppi che svolge da sempre la sua missione costruendo ponti che permettono di superare divisioni e ricomporre diseguaglianze per dare forma a comunità coese e inclusive consapevole che dove viene meno la comunicazione è allora che nascono grandi e piccoli conflitti". Poi mezz’ora di uno scoppiettante dialogo con il giornalista Luca Bottura centrato sul tema del giorno, ovvero la comunicazione, che in premessa ha registrato l’altra ‘confessione’ quella di Bottura: "anch’io compro sempre il Carlino perchè...ha le pagine sul Bologna" (applauso). Il tutto come premessa sulla grande fatica ad orientarsi nella selva dell’informazione contemporanea come ha ammesso in premessa Zuppi: "Leggo questi tre e il Carlino e sono attratto da tanti contenuti ma poi non ce la faccio, con la tempistica per cui...come faccio a distinguere? Io poi non sto nei social e questa è già una discriminante, mi dispiace, non ci sono mai entrato, già son quello che sono al naturale, ma su quello artificiale proprio non mi sono mai cimentato, per cui faccio meno fatica a distinguere una fake da una news, che qualche volta coincidono. Qualche volta viene il dubbio viene anche coi giornali...perchè anche lì qualche problemino c’è" ha osservato don Matteo col suo ben noto stile sincopato, con un argomento che tira l’altro, incalzato da Bottura sul tema della serietà dei giornalisti: "E’ quello che fa la differenza: se son quelli a libro paga, lo capisci abbastanza presto, ti racconta alcune cose per chi gli conviene quelle cose lì, e non te ne racconta altre perchè non gli conviene".

Niente social, ma poco tempo per ascoltare radio e televisione ed un occhio speciale alla satira: "le cose che divertono mi piacciono...e anche per qualche graffio, che dato con eleganza mi fa anche bene". Poi le preferenze musicali: "quella della mia generazione: il ‘55: Fabrizio De Andrè, Lucio Battisti, i cantautori, e un cantante delle nostre parti che si chiama Gianni. Gli Equipe 84, i Nomadi per restare nella regione, e poi uno che si chiama Bob [Dylan] con le sue domande al vento che attendono ancora risposte..". Ha detto senza mancare di rispondere alle domande sul suo ruolo di mediatore di pace, allo stile di Papa Francesco e all’imminenza degli ottant’anni dalla strage di Marzabotto.

Gabriele Mignardi

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro