ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Il caso della bandiera palestinese. Lepore tenta di ricucire con De Paz: "Espongo anche il vessillo della pace"

In Aula corregge il tiro, ma respinge le accuse: "Non siamo a fianco dei terroristi". Solidale l’ex ministro Orlando. Fredda la Comunità ebraica: "Sfuggono le conseguenze sulla sicurezza". I giovani palestinesi: "Mossa elettorale".

Il caso della bandiera palestinese. Lepore tenta di ricucire con De Paz: "Espongo anche il vessillo della pace"

Il caso della bandiera palestinese. Lepore tenta di ricucire con De Paz: "Espongo anche il vessillo della pace"

"Continuerò a ricercare il dialogo e a parlare con Daniele De Paz, presidente della Comunità ebraica di Bologna, verso cui nutro profonda stima e rispetto. Per questo riesporrò la bandiera della pace di fianco a quella palestinese".

Il sindaco Matteo Lepore è intervenuto ieri in Aula, durante il question time, per spiegare la scelta di esporre il vessillo coi colori della Palestina a Palazzo d’Accursio e rispondere alle domande di alcuni consiglieri di opposizione. Una decisione che da qualche giorno sta facendo discutere sia dentro sia fuori il Pd. Ma ha pure scontentato i giovani palestinesi che, ieri, hanno bollato l’azione di Lepore "tardiva, che sa di mossa elettorale, e insufficiente rispetto a quanto sta accadendo. Se il sindaco ha deciso di sostenere la popolazione palestinese lo dovrebbe fare concretamente, iniziando con l’adesione alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni nei confronti di Israele". Da qui, il tentativo del sindaco di correggere il tiro e ricucire, come già suggerito dal deputato Pd Andrea De Maria, ma anche da Franco Grillini, presidente onorario dell’Arcigay, che giovedì sul Carlino aveva indicato una terza via: appendere anche la bandiera della pace. Pure nel Pd bolognese, del resto, non sono mancati i distinguo. E da quello che filtra, nelle chat dem non tutti sono d’accordo con il sindaco. Se, infatti, la segretaria Federica Mazzoni si è schierata conLepore ’senza se e senza ma’, il vicesegretario dem Matteo Meogrossi (vicino a De Maria) ieri ha postato la foto di Arafat e Rabin con l’hashtag pace.

Da Roma, invece, nessun cenno dalla segretaria dem Elly Schlein, ma si sono schierati con il sindaco sia Pier Luigi Bersani sia l’ex ministro Andrea Orlando che ieri ha voluto ringraziarlo "per un piccolo gesto che va nella direzione giusta. Quando c’è un popolo che è massacrato ci si deve schierare dalla parte di quel popolo. Mi sembrano surreali le accuse di antisemitismo".

Accuse, mosse dalla Comunità ebraica, ma anche dalla destra, alle quali replica Lepore in Aula: "Sono parole false e violente. Si eviti di accusare amministrazione e Comune di essere a fianco dei terroristi solo perché abbiamo un’opinione. Chiedere il silenzio è come chiedere di accettare il massacro. Noi non ci giriamo dall’altra parte e non ci inginocchiamo nei confronti di nessuno". Poi, nel respingere ogni strumentalizzazione, spiega: "Il nostro gesto politico istituzionale rappresenta uno squarcio in quel silenzio che non giova alla causa della pace e dei diritti umani. Quindi – è l’invito a De Paz – usiamo insieme questo squarcio", annunciando che contatterà anche Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane.

Sulle parole di Lepore la Comunità ebraica resta fredda: "Non ci soddisfano. Il sindaco non sostituisce la bandiera della Palestina con quella della Pace, ma mette un vessillo di fianco a un altro. Manca sempre una parte. Sembra che sfuggano completamente le conseguenze che questa azione può avere in termini di sicurezza delle persone. Ora basta con la politica, si pensi alla città". Dura Italia Viva con Alberto De Bernardi: "Da Lepore un errore politico per raccattare voti antisemiti".

Sostiene, invece, il primo cittadino, il jazzista bolognese Paolo Fresu: "Ho apprezzato il gesto del sindaco e sono fiero di fare parte di una comunità aperta e in ascolto".