DONATELLA FILIPPI
Cronaca

Il catalano del Misano: "Ho provato i grandi stadi. Ora ho scelto: la famiglia"

dI MISANO (Rimini) Gli stipendi faraonici, le prime pagine dei giornali, le esultanze davanti a migliaia di persone. Tutto bello. Ma...

Il catalano del Misano: "Ho provato i grandi stadi. Ora ho scelto: la famiglia"

Il catalano del Misano: "Ho provato i grandi stadi. Ora ho scelto: la famiglia"

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MISANO (Rimini)

Gli stipendi faraonici, le prime pagine dei giornali, le esultanze davanti a migliaia di persone. Tutto bello. Ma qualche volta la famiglia viene prima. E’ la storia di un calcio romantico, che forse non c’è più, quella del calciatore catalano Alejandro Rodriguez, 33 anni da compiere a luglio. Dalla serie A alla Promozione. Dalla Sampdoria al Misano, la squadra che quasi 15 anni fa l’ha accolto al suo arrivo in Italia.

Un ritorno di fiamma o una follia?

"Giocavo nel settore giovanile dell’Espanyol. Ero giovane, ho fatto la valigia, ho salutato la mia Barcellona e sono partito per Cesena. Lì c’era un posto per me. Ma quando sono arrivato ci sono voluti diversi mesi per il tesseramento. Così, ho iniziato ad allenarmi con il Misano. Ci siamo trovati un po’ per caso, ma quella è presto diventata per me una famiglia".

Il suo resta comunque un bel salto all’indietro. Una scelta di vita?

"Di vita e familiare. Abbiamo girato tanto per l’Italia io, mia moglie e le bambine. Ora è arrivato il momento di fermarsi per passare più tempo con le mie figlie a Cesena, dove viviamo. Ho girato tante squadre, tante città. Ho avuto la fortuna di giocare ad alti livelli. La serie A, gli stadi pieni, il calore della gente. Penso di essermi tolto tante soddisfazioni".

E proprio quando stava pensando di appendere le scarpe al chiodo...

"Una domenica sono andato a vedere la partita del Misano e parlando per caso con il presidente Signorini di questa idea che avevo di fermarmi, di voltare pagina, mi ha chiesto di tornare lì. Con loro. Perché no, mi sono detto. Giocherò e darò una mano anche al progetto mettendomi a disposizione nel lavoro con i giovani. A me interessa divertirmi, non la categoria. E quello è un ambiente professionale e serio. Che conosco bene e nel quale tutti mi conoscono".

Non se ne pentira?

"Non penso proprio. Ho sempre vissuto e vivo tuttora con grande entusiasmo tutto quello che faccio. Questa per me è un’altra sfida. Non sono ’vecchio’, ma nemmeno più giovanissimo e sto iniziando a pensare al mio futuro. A quello che sarò dopo il calcio".

Ha già in mente cosa farà da grande, quindi?

"Ci sto lavorando. Affianco il mio ex agente Vittorio Sabbatini. Vorrei diventare un bravo procuratore, aiutare i giovani calciatori a fare le migliori scelte possibile".

Ma prima c’è il Misano, le partite la domenica sui campi di periferia che non sono esattamente tavoli da biliardo. Avversari ruvidi come la carta vetrata. E’ pronto?

"Mi sto già preparando. Il tempo di fare qualche allenamento con i nuovi compagni e sono a disposizione del mister. Poi, sa, faccio l’attaccante, ai calci dei difensori sono abituato. Le ho sempre prese, ma non mollo mai".