Il Covid è tra noi. Vaccinarsi non fa male

La campagna vaccinale in Emilia-Romagna ha raggiunto 350mila vaccinazioni contro il Covid e 900mila contro l'influenza, ma i ritardi sono attribuiti alle difficoltà di appuntamento presso i medici generici.

Cerchiamo di fare chiarezza, evitando il più possibile le sensazioni e affidando il ragionamento all’oggettività dei fatti. L’aggressività del Covid con morti e stragi è passata. Lo scoglio è stato superato grazie a provvedimenti di emergenza, in parte discutibili, ma soprattutto grazie ai vaccini. Punto. Oggi il Covid esiste ancora, è fra di noi. Ha perso la sua carica devastante, ma non è scomparso. Le persone fragili e gli anziani, però, avendo uno scudo sanitario più debole possono ancora rischiare guai seri. Tutti gli altri se contraggono il virus non finiscono intubati ma febbre, spossatezza e male alle ossa non sono una bella compagnia. Meglio evitarla. Per schivare i contagi, con buona percentuale di riuscita anche se non totale, la via più sicura è il vaccino. Non date retta ai No vax, gente che nella maggior parte dei casi si imbarca in qualsiasi impresa nella quale c’è da pronunciare un no. Il virus è presente a livello endemico, come ha certificato l’Oms. La Regione Emilia-Romagna risulta comunque fra le prime in Italia per la campagna vaccinale, anche se i numeri sono ancora al di sotto delle aspettative. In Regione sono state raggiunte 350mila vaccinazioni contro il Covid e 900mila contro l’influenza. Secondo numerose segnalazioni, parte dei ritardi nella campagna vaccinale sono da attribuire alle difficoltà di appuntamento presso i medici generici. Se è vero, i camici bianchi devono cambiare rotta.

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