PAOLO ROSATO
Cronaca

Il ministero ferma Bologna: "A 30 all’ora solo in alcune strade". Ma Lepore insiste. E punta i riders

Salvini ha firmato la direttiva, il divieto non può essere generalizzato. Controlli sui Comuni

Il ministero ferma Bologna: "A 30 all’ora solo in alcune strade". Ma Lepore insiste. E punta i riders

Il ministero ferma Bologna: "A 30 all’ora solo in alcune strade". Ma Lepore insiste. E punta i riders

Il ministero dei Trasporti in qualche modo l’aveva detto. E lo ha fatto, ha smontato la Città 30. La Direttiva finale, firmata ieri dal ministro Matteo Salvini (Lega), ha inchiodato i paletti che obbligano Bologna – il casus belli che ha innescato tutto – e le altre città italiane ad adeguarsi. Pena, la disapplicazione delle fughe in avanti. L’Anci nei giorni scorsi aveva provato a correre ai ripari, inviando al Mit una serie di osservazioni che potessero mitigare un taglio troppo netto. Ma le "aree aggregate" di applicazione delle deroghe ai 50 sono state stralciate dalla stesura finale della Direttiva, che volendo ha pure inasprito il dettato, puntando sulla contemperazione di due valori: la sicurezza stradale e la scorrevolezza del traffico. Adesso alle città, soprattutto Bologna, toccherà adeguarsi. Ieri il vice di Salvini, Galeazzo Bignami (FdI), è stato ancora una volta eloquente. "Ora confidiamo che il Comune di Bologna si adegui. Se necessario, disapplicheremo queste ordinanze, intrise di un ideologismo fine a se stesso e prive di buon senso".

La Città 30, come detto, è stata affossata se applicata indistintamente a tutto il territorio urbano. Ecco i passaggi più importanti delle sette pagine di testo. "I provvedimenti adottati dagli enti proprietari devono essere informati, a pena di illegittimità, a un approccio capillare, consistente nell’introduzione di deroghe rispetto al limite generale dei 50 solo per strade e tratte delimitate – si legge –, perché solo tale approccio consente di fornire adeguate motivazioni". Il concetto di ‘scorrevolezza’ del traffico si aggiunge a quello di ‘sicurezza’, e "non risulta coerente" al 142 del Codice della Strada "una motivazione riferita indistintamente a una pluralità di strade o tratti di strada pertinenti a un’intera strada urbana". Nero su bianco anche i controlli da Roma, perché "il ministro può incaricare gli uffici territoriali del ministero a effettuare controlli di merito in relazione ai provvedimenti" di Città 30.

Il Mit prevede anche un obbligo di monitoraggio continuo da parte delle Città su questo tipo di misure, "l’ente competente deve indicare analiticamente le casistiche in atto (...), gli obiettivi di miglioramento che si intendono raggiungere entro un determinato arco temporale, alla scadenza del quale l’ente dovrà procedere al riesame dei provvedimenti adottati ove vengano meno le cause". Insomma, la verifica dovrà essere continua. In soffitta "piste e corsie ciclabili" (a Bologna ormai presenti ovunque) come giustificazione per introdurre la zona 30: per la Direttiva ministeriale i 30 all’ora sono leciti "in strade ad alta frequentazione di pedoni e ciclisti". Espunte, tra i luoghi sensibili, anche le attività commerciali.

Ieri, in serata, ha intanto preannunciato trincee invece Il Comune di Bologna. "Studieremo la direttiva che da una prima lettura ci pare essere contraddittoria – argomenta l’assessora alla Nuova Mobilità, Valentina Orioli –. Riteniamo di essere in linea con il Codice della strada per la nostra Città 30. Non faremo mancare la nostra collaborazione e disponibilità in ogni caso, perché la nostra priorità è la sicurezza stradale e la qualità della vita delle persone. Cogliamo anche con interesse la parziale retromarcia di questa sera del viceministro Bignami in una trasmissione televisiva di una rete locale, nella quale riconosce finalmente la legittimità della città 30 e propone di aprire un dialogo con il ministero. Proseguiremo quindi fiduciosi il confronto assieme ad Anci e insieme al ministero".

Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, intanto, ha ‘puntato’ la categoria dei ciclofattorini. "Troppo spesso vediamo bici con ruote gigantesche e la pedalata assistita che sfrecciano sui marciapiedi e sotto i portici per fare le consegne. So che è un lavoro che ha i minuti contati quello dei riders, ma noi dobbiamo salvaguardare i pedoni e le persone anziane – ha dichiarato Lepore –. La Città 30 è un’occasione per sedersi a un tavolo con gli artigiani e le persone che lavorano nel settore delle consegne, ci vuole una regolamentazione"

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