Il re e il santo si ritrovano dopo 1300 anni

Nel 2024 verrà collocata nel Delùbro una statua di Astolfo, sovrano longobardo, accanto a quella del cognato Anselmo da Nonantola

Il re e il santo si ritrovano dopo 1300 anni

Il re e il santo si ritrovano dopo 1300 anni

Immaginate un re longobardo vissuto tredici secoli fa che esce da un’antica formella in bassorilievo e, nel mondo a tre dimensioni, ritrova il suo vecchio amico dell’epoca. È ciò che sta provando a fare il gruppo di studi Capotauro con la statua che rappresenterà re Astolfo, commissionata allo scultore e restauratore Yazuyuki Morimoto, giapponese di origine e bolognese di adozione. L’artista è già al lavoro per realizzare l’opera in terracotta che andrà a fare compagnia a Sant’Anselmo di Nonantola nel Delùbro di Lizzano, la più antica costruzione in pietra ancora in piedi nella provincia di Bologna. L’edificio a pianta ellittica era il battistero dell’antica Pieve, fondata nel 753 proprio da Sant’Anselmo, cognato del re, e demolita a partire dal 1912 perché pericolante e per fare spazio alla nuova chiesa di San Mamante, sormontata dall’imponente cupola.

"Lo scorso anno, per celebrare i 1270 anni della pieve, abbiamo inaugurato la bella statua di Sant’Anselmo", spiega Paolo Maini, presidente del gruppo Capotauro e assessore comunale alla cultura. Per realizzare la scultura, alta circa 80 centimetri, Morimoto si era ispirato alla scena rappresentata sul portale dell’Abbazia di Nonantola, in cui re Astolfo regala ad Anselmo i territori che ricomprendono anche il Belvedere dell’attuale Lizzano: "Fin da subito – sottolinea Maini – ci parve chiaro che per completare l’opera sarebbe stato bello affiancare alla statua di Anselmo anche una di Astolfo per riprodurre la stessa scena. L’obiettivo per il 2024 è, quindi la realizzazione di questa nuova scultura, un progetto che, naturalmente, avrà un costo".

Per iniziare a mettere da parte il denaro necessario, nei giorni scorsi è stata organizzata una visita guidata alla pieve condotta da Alessandra Biagi, ma i promotori per chiudere i conti fanno appello ai parrocchiani e non solo, affinché contribuiscano a questo progetto che abbraccia tredici secoli di storia. L’Iban del Gruppo studi Capotauro, per chi volesse partecipare, è IT34N0847236861054000550996 con causale ’Delubro’. Nella storia del legame millenario fra l’odierna Lizzano e l’abbazia di Nonantola c’è però di mezzo anche un altro re, Carlo Magno, che di passaggio nella zona mezzo secolo dopo la donazione fu chiamato a regolare in qualità di sovrano i rapporti economici e religiosi fra Bologna e Modena. Fu lui quindi a stabilire un ’contratto’ di enfiteusi in virtù del quale la pieve di San Mamante ha continuato a riconoscere all’abbazia di Nonantola un canone, dei cui versamenti si ha traccia documentale fino al 1954, ovvero per oltre 1150 anni: praticamente l’affitto più lungo della storia. Così, se un domani le statue di Sant’Anselmo e re Astolfo dovessero discutere tra loro all’interno del Delùbro per vecchie questioni patrimoniali, sarà opportuno inserire nella scena anche un Carlo Magno per stabilire una volta per tutte torti e ragioni.

Enrico Barbetti