"Sul dimensionamento non c’è stata alcuna marcia indietro del Ministero dell’Istruzione e del Governo. Anzi. Abbiamo concesso un po’ più di tempo a quelle Regioni che non erano riuscite a concludere il piano nei tempi previsti. La stessa Regione Emilia Romagna ci aveva chiesto una proroga". Abituata a maneggiare provvedimenti, Carmela Palumbo, capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del ministero, parla in punta di norma nel replicare all’assessore regionale alla Scuola, Paola Salomoni, alle prese con la riorganizzazione della rete scolastica.
Il tema appunto è il dimensionamento i cui criteri sono stati fissati dalla precedente legge di Bilancio che prevede l’attribuzione alle Regioni di un numero di dirigenti scolastici e istituzioni scolastiche commisurato al parametro di 900 alunni a testa. Il dimensionamento comporta la perdita dell’autonomia di una istituzione la cui gestione burocratica passa ad un’altra. Detto altrimenti: si tagliano presidi, non banchi. "Lo ribadisco: non chiudiamo nessuna scuola e nessun plesso scolastico", precisa con forza Palumbo.
Secondo l’assessore Salomoni, il decreto Milleproroghe posticipa di un anno il dimensionamento, di conseguenza il lavoro realizzato sino ad ora è carta straccia.
"Facciamo una premessa: alcune Regioni, come Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sardegna, il dimensionamento lo hanno portato a termine entro i tempi previsti (30 novembre con possibilità di deliberare entro metà dicembre). Altre Regioni, non sono state nei tempi".
Tra queste Emilia Romagna?
"Esatto. Queste Regioni ci hanno manifestato la loro difficoltà. Ecco perché il Governo ha deciso un ulteriore termine, venendo incontro alla loro richiesta".
Cambiano gli obiettivi del ‘taglio’?
"No restano tali e quali. Solo che, alle Regioni in difficoltà, abbiamo concesso un anno in più".
Tuttavia, l’assessore ha parlato di un piano da buttare.
"Perché? Non c’è nessuna necessità di tornare indietro rispetto al lavoro compiuto".
Il decreto Milleproroghe, però, non dà solo più tempo, ma prevede alcune novità importanti.
"Esatto. Il decreto introduce la possibilità di nominare vicari (collaboratori dei presidi, ndr), novità fortemente voluta dal ministro Giuseppe Valditara, con un esonero totale dall’insegnamento. Quel posto verrà coperto da un supplente. Ciò ha richiesto l’impegno di risorse aggiuntive da parte del ministero".
Il vicario è fondamentale, è un collaboratore stretto del preside e sta sul singolo plesso.
"Queste figure possono essere nominate in particolare nelle scuole ‘dimensionate’. Inoltre, l’Ufficio scolastico regionale può nominare un preside-reggente sulle scuole che verranno dimensionate in seguito, secondo i piani delle Regioni".
Tornando all’Emilia Romagna, il ritardo è stato causato anche dall’attesa della Corte Costituzionale che doveva valutare il ricorso della Regione.
"La Consulta ci ha dato ampia ragione, riconoscendo che questa non è una norma di ‘taglio’, ma una misura dettata dalla denatalità e dall’esigenza di rendere più efficace la spesa. In Emilia Romagna, il prossimo anno dovremmo avere 10mila studenti in meno. Le risorse recuperate dal dimensionamento sono re-investite nel sistema scolastico. Infine, vorrei precisare che il Mim aveva anche impugnato, al Tar, la prima delibera della Regione sul dimensionamento e il Tribunale ci ha dato ragione".