"Intelligenza artificiale, etica e responsabilità"

Dibattito alla presentazione del nuovo libro di Luciano Floridi: "Serve un controllo costante per una trasformazione digitale sostenibile"

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di Luca Orsi

La sfida etica dell’intelligenza artificiale è un tema su cui si dibatte da decenni. Al quale si aggiunge, attualissima, la sfida di dare una buona governance alla trasformazione digitale. Che indichi la direzione di senso da imprimere all’intelligenza artificiale per il bene comune.

Se ne è parlato ieri al DamsLab, all’incontro per la presentazione dell’ultimo libro di Luciano Floridi, ordinario di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Unibo, dal titolo Etica dell’intelligenza artificiale - Sviluppi, opportunità, sfide, coordinato da Paola Manes, ordinaria di Diritto privato all’Alma Mater. Che ha ricordato l’obiettivo da perseguire: "Una trasformazione digitale sostenibile e inclusiva, nella direzione del bene comune. Il cui disegno deve essere nelle mani dell’uomo".

Per il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, l’umanità "è immersa in un cambiamento enorme, in cui si avverte il bisogno dell’etica". Perché l’etica "ci aiuta a rispondere bene alla sfida su quale uso sapremo fare dell’intelligenza artificiale, e con quali conseguenze".

"Tanto più l’intelligenza artificiale, alla quale stiamo adattando il mondo, diventa potente, tanto più aumentano le nostre responsabilità", avverte Floridi. Per questo l’intelligenza artificiale, "che è già potentissima, va usata con il massimo della governance possibile e va controllata".

Zuppi riconosce le enormi potenzialità dell’intelligenza artificiale, ma non nasconde "il pericolo enorme" di un suo uso sbagliato. "Se aumenta la capacità di calcolo, a maggiore ragione deve aumentare il Diritto. Le due dimensioni non possono non crescere in parallelo. Se no è pericoloso, perché una cattiva intelligenza artificiale ha conseguenze antropologiche, sui nostri comportamenti".

D’accordo con Rebecca Montanari, prorettrice alla Trasformazione digitale, Unibo, che mette in guardia da "una società governata da modelli algoritmici", è il governatore Stefano Bonaccini: "È fondamentale che noi, come umanità, non ci pieghiamo mai alle esigenze delle macchine".

L’incontro – cui hanno partecipato anche Stefano Rossetti (vice direttore generale vicario BPER Banca), Giacomo Manzoli (direttore del Dipartimento delle Arti, Unibo), Silvia Candiani (ad Microsoft Italia), Giusella Finocchiaro (ordinaria di Diritto privato, Unibo) e Matteo Laterza (direttore generale Gruppo Unipol) – è stato chiuso da Francesco UIbertini, già rettore dell’Alma Mater, presidente consorzio interuniversitario Cineca.

Ubertini riprende una domanda posta da Floridi: cosa penseranno di noi le generazioni future. Saremo stati capaci di governare questa tecnologia? "Dobbiamo affrontare e vincere questa sfida con un grande senso di responsabilità – commenta Ubertini –, che ci deriva dal momento storico in cui viviamo. Ma soprattutto dall’essere attori di questo ecosistema regionale che sta facendo grossissimi investimenti in infrastrutture e competenze, che ne fanno un punto di riferimento in Europa. Dobbiamo essere leader non solo della parte tecnologica, ma anche della capacità di governo dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie".

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