La casa non c’è, la truffa sì. Alla vittima rubati pure i dati

La ventiduenne aveva fornito i documenti per sottoscrivere il contratto d’affitto. I poliziotti del Bolognina-Pontevecchio hanno incastrato gli autori del raggiro.

La casa non c’è, la truffa sì. Alla vittima rubati pure  i dati

La casa non c’è, la truffa sì. Alla vittima rubati pure i dati

L’appartamento, per cui aveva versato una caparra di 1500 euro e il primo mese di affitto, fornendo anche i suoi documenti per la stipula del contratto, non esisteva. E i dati della ventiduenne, vittima del solito raggiro dell’affitto fantasma, sono finiti in mano a due specialisti della truffa, che li hanno usati per aprire finanziamenti in un Apple Store del Torinese. La vicenda, che fa ancora più rabbia in una città dove riuscire a trovare casa è complesso come cercare il noto ago nel pagliaio, è iniziata a novembre, quando la ragazza si è rivolta alla polizia, raccontando di essere finita in una trappola mentre cercava un appartamento in città.

Nello specifico, la ventiduenne ha raccontato di essersi imbattuta nell’annuncio sul web e aver chiamato l’inserzionista, accordandosi per visionare l’abitazione in videochiamata. Subito dopo, convinta di aver fatto un buon affare, la ragazza ha fatto due bonifici per 2.350 euro complessivi al truffatore, inviando anche una mail all’indirizzo (falso) di uno studio cittadino di amministratori condominiali con la copia dei propri documenti e dell’Iban per la sottoscrizione del contatto di affitto. Tuttavia, quando la ventiduenne si è presentata fisicamente nell’ufficio, le è stato comunicato che non esisteva alcun contratto, né tantomeno un appartamento. Inoltre, nei giorni successivi la giovane ha notato operazioni che non aveva mai autorizzato sul suo conto corrente. Si è così rivolta alla polizia: gli agenti del commissariato Bolognina-Pontevecchio, dopo aver acquisito dalla ragazza il numero dell’inserzionista e la mail a cui aveva inviato i documenti, hanno scoperto come i due truffatori, due italiani di 35 e 70 anni già noti, il più giovane già arrestato in passato per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, avessero utilizzato i documenti ottenuti in modo fraudolento dalla ragazza per aprire dei finanziamenti in un Apple Store di Grugliasco, nel Torinese, creando un falso indirizzo mail a nome della ragazza e intestandole un’utenza telefonica. Dagli accertamenti, è emerso come il più giovane fosse intestatario dei conti su cui la vittima aveva fatto bonifici e il più anziano dell’utenza telefonica usata. La ragazza, inoltre, ha riconosciuto nella foto di uno di loro l’uomo della videochiamata. E sono così scattate le denunce, per truffa in concorso e sostituzione di persona.

Nicoletta Tempera

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