La Guida di Bologna si è rifatta il look

Il podcast dedicato al volume di Ricci e Zucchini del 1930 riaggiornato da Poli: "Dal MAMbo al museo Morandi, tanti cambiamenti"

La Guida di Bologna si è rifatta il look

La Guida di Bologna si è rifatta il look

Certi libri, come dice una canzone, fanno giri immensi e poi ritornano. O di certo finiscono per essere loro stessi un pezzo di quella storia che raccontano. Vale anche per la Guida di Bologna in uscita il 31 maggio per Minerva, che si appresta a vivere una nuova vita. Almeno la terza, ma, come vedremo nella puntata di oggi del nostro podcast il Resto di Bologna, forse anche di più. Parliamo infatti di quella che si potrebbe definire la ‘guida delle guide’, scritta nel 1930 da Corrado Ricci e Guido Zucchini e ora raggiornata da Marco Poli. Sempre Poli, assieme ad Andrea Emiliani, aveva revisionato la versione del 2002. E proprio a Emiliani è dedicato questo nuovo lavoro, che in Appendice riporta anche la Pinacoteca Nazionale di Bologna scritta dallo storico dell’arte. Lavoro che esce dai canoni e si presenta più come un racconto storico, voce per voce, di come si sono trasformati palazzi, chiese, musei della città.

Poli, questa guida è nata oltre un secolo fa.

"Le sue origini si trovano nella figura di Ricci, grande studioso e archeologo ravennate. Nel 1884 volle scrivere una guida diversa di Bologna, ricca di contenuti artistici, pittorici e architettonici. Nel 1930, insieme con l’ingegner Zucchini, realizzarono la guida di Bologna al tempo più famosa e apprezzata dal pubblico: la pubblicò Zanichelli ed è rimasta punto di riferimento fino agli anni Cinquanta. Poi Alfa editrici rilevò i diritti e ripubblicò la guida nel 1968, finché Minerva nel 2002 affidò una revisione a me e ad Andrea Emiliani".

Non è dunque una guida tradizionale, con foto e itinerari.

"È stata concepita per gli studiosi e i cittadini che entrano in una chiesa e magari si chiedono di chi è un dipinto in una certa cappella. Un altro caso. Se voglio vedere, ad esempio, tutti i dipinti di Guido Reni a Bologna: nell’indice si trovano tutte le indicazioni. Questo indice corposo è il plus della guida".

Rispetto al 2002 che cambiamenti ha registrato in città?

"Dal 2012 il Museo della Storia di Bologna è dentro Palazzo Pepoli. Un’altra novità, dal 5 maggio 2007 in via don Minzoni 14 c’è il museo di arte moderna, il MAMbo: prima lì c’era un palazzo con attività del municipio e prima ancora il forno del pane voluto dal sindaco Zanardi fino al 1916. Nel frattempo è stato inaugurato il Museo ebraico e, nel 2012 il Museo Morandi, istituito dal sindaco Renzo Imbeni nel Palazzo Comunale, è stato trasferito a MAMbo. Nell’altra edizione del libro non c’era neppure che la statua di San Petronio fosse stata ricollocata nel luogo originario, nel 2002".

Altri elementi di novità?

"Ho cercato di concentrarmi sui restauri, idea portata avanti da Emiliani. Un esempio: il Compianto che si trova in Santa Maria della Vita è stato restaurato nel 2010, mentre la facciata di Palazzo Sanguinetti Vizzani Lambertini in via Santo Stefano, è stata restaurata solo nel 2011".

Letizia Gamberini

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