CLAUDIO CUMANI
Cronaca

La lezione di padre Michele : "Creò i Martedì di San Domenico. Sapeva ’surfare’ tra vari pensieri"

Il ricordo del professor Grandi a vent’anni dalla morte di Casali, fondatore anche dell’Osteria delle Dame. Domani alle 21 un evento speciale e mercoledì il concerto in Basilica del violoncellista Mario Brunello.

A chi gli chiedeva quale fosse il senso della vita padre Michele Casali rispondeva: "Convivere, confrontarsi, compatire, congratularsi. In una parola condividere". Torna forte, a vent’anni dalla scomparsa, la lezione di questo indimenticabile e coltissimo religioso capace di unire, come forse nessun altro, cattolici e laici. E giustamente il Centro San Domenico, da lui fondato nel lontano 1970, ha scelto come titolo della serata celebrativa un concetto bellissimo: ‘Funambolo delle idee’.

Perché padre Michele ha davvero unito culture raffinate e desideri popolari, penitenti e peccatori, potentati e fragili uomini di fede, seminando dubbi e riflessioni. Domani alle 21, in un’edizione eccezionale dei ’Martedì’, parleranno di lui personalità del San Domenico come il direttore Giovanni Bertuzzi, il presidente Luigi Stagni e Valeria Cicala ma anche il filosofo Massimo Cacciari, l’editor Michela Gallio e il massmediologo Roberto Grandi. E mercoledì in Basilica, sempre alle 21, il virtuoso violoncellista Mario Brunello eseguirà musiche di Bach: prima di questo ‘concerto per un amico’, alle 19, si celebrerà una messa in sua memoria. Padre Michele se ne è andato all’alba del 13 giugno 2004 dopo una lunga malattia all’età di 76 anni.

Figlio di un impresario d’opera e di una cantante lirica, aveva lavorato nel mondo dello spettacolo, prima di essere stato ordinato sacerdote nel ‘56. Il 1970 fu per lui un anno fondamentale, l’anno in cui diede vita al Centro San Domenico e all’Osteria delle Dame. Due universi apparentemente lontani ma uniti in realtà dalla stessa necessità, ovvero il dialogo nel segno della diversità. Francesco Guccini ha ricordato spesso quella volta in cui Michele si recò al Club 37, storico locale di cabaret in Strada Maggiore, per parlargli dell’idea di aprire una vecchia osteria nei pressi del liceo Galvani e proporgli di fare il direttore artistico. Come andò è storia. Nel 2004 Roberto Grandi aveva proposto per padre Casali una laurea ad honorem in Scienze della comunicazione: il consiglio della facoltà di Lettere l’avrebbe dovuto approvare il 15 giugno ma due giorni prima lui morì.

Professor Grandi, qual era il senso della motivazione della laurea?

"Metteva in rilievo come Michele, attraverso la creazione dei ‘Martedì’, aveva saputo realizzare uno spazio culturale pubblico di confronto fra idee diverse. Lì la parola ritrovava una funzione nobile, lontana da ogni sovrapposizione di modelli televisivi. Casali sapeva surfare su vari pensieri, sposando la cultura alta a quella popolare".

In che misura quel titolo, ‘Funambulo delle idee’, lo rappresenta?

"In modo esemplare, direi. Padre Michele ha creato una letteratura pubblica fatta di idee e persone e una letteratura privata che aveva al suo centro la mappatura di Bologna. Al di là del lavoro pastorale, ha costruito una rete di relazioni e ha dato vita a una comunità. Non a caso nel ‘90 gli è stato attribuito dal Comune il Nettuno d’oro. In tanti, confessione a parte, trovavano in lui un aiuto spirituale".

Come vivrebbe Michele questo nostro tempo?

"Forse la sua figura avrebbe più difficoltà a calarsi nella contemporaneità. Credo però che mantenere uno spazio pubblico non usuale come i ’Martedì’ così come lui li ha pensati sia significativo e rappresenti una differenza marcata rispetto ai social. Diceva che i tempi del pensiero sono delicati. E quindi il pensiero deve avere il suo tempo lontano dalla fretta e dalla comunicazione dominante".

Qualcuno lo ha definito un fautore del compromesso storico?

"Siamo su piani diversi. A Michele interessava la possibilità di dialogo e il confronto fra le differenze. Il pensiero è sempre superiore alle dinamiche dei partiti mentre il compromesso storico è stato un atto puramente politico".