’La mano sinistra’ all’Arena. Elogio della parte ’diversa’

Stasera e domani va in scena il collettivo Industria Indipendente: performance di danza, musica, poesia e suoni. Con un pizzico di magia .

’La mano sinistra’ all’Arena. Elogio della parte ’diversa’

’La mano sinistra’ all’Arena. Elogio della parte ’diversa’

È dedicato alla ’Mano sinistra’, ovvero quella sbagliata, mancina (dal latino mancus) ovvero mancante, in ogni caso portatrice di differenza se non di vero e proprio ’malocchio’, lo spettacolo che il collettivo Industria Indipendente mette in scena stasera e domani al’Arena del Sole. Testi e regia di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri (fontatrici del collettivo), con Annamaria Ajmone, Silvia Calderoni, Martina Ruggeri e Iva Stanisic.

’La mano sinistra’ (stasera ore 20,30 e domani ore 19) è di fatto un’opera musicale e visiva interamente dal vivo, che affida alla scrittura, alla poesia, alla danza e all’elemento vocale e sonoro, la creazione di un varietà-teatro di rivista con risonanze poliritmiche e polifoniche, utilizzando la magia come prisma per riscrivere e manipolare l’ordine simbolico che, attraverso la meraviglia, svela e reinterpreta il meccanismo del reale.

Oggetti, strumenti musicali, ispirazioni letterarie e corpi umani convivono così nello stesso ambiente, dove la parola si fa musica e gesto, poesia e incantesimo, allusione e invocazione, attraverso il magnetismo delle performer e artiste che lo abitano, Annamaria Ajmone, Silvia Calderoni, Iva Stanisic, e la collaborazione al suono di Steve Pepe e di Luca Brinchi alle luci/video. Assieme costruiscono uno spazio di ricerca e di incontro tra diverse pratiche e immaginazioni, uno studio-scenario in continuo divenire, in cui inserirsi lasciandosi trascinare dalle sensazioni, sospendendo il dubbio tra realtà e illusione.

La mano sinistra prende forma, così, in un paesaggio di condivisione artistica, in cui ogni elemento sia umano (i corpi delle performer) che non umano (strumenti, illuminazioni, oggetti, elementi organici) è inserito in un sistema di relazioni, rimandi e richiami, fra artisti e generi differenti. Una pratica espressiva che Industria Indipendente porta avanti da tempo, attraverso non solo la mescolanza dei lingueggi ma anche con istallazioni in luoghi non canonici. Il tutto sempre con il gesto performativo visto come esercizio di conoscenza e di ricerca continua, che si inscrive su corpi, ambienti, superficie per diventare azione scenica.