BENEDETTA CUCCI
Cronaca

La nostalgia?. Un’emozione che ci fa bene

"Non è rimpianto, ma una spinta verso la socialità". Il libro di Andrea Stracciari e Angelo Fioritti. .

La nostalgia?. Un’emozione che ci fa bene

La nostalgia?. Un’emozione che ci fa bene

Nostalgia canaglia? Sarà la nostalgia? Chi non ha asciugato lacrime ascoltando canzoni sulla regina delle emozioni più tristi perché legate al ricordo e alla felicità che non ritorna? Ecco però che da oggi c’è un libro che propone una nuova narrazione sulla nostalgia – che forse avevamo scambiato per rimpianto – e la riabilita nel suo vero significato di amica della socialità e del pensiero su un futuro nuovo. Si intitola ’Nostalgia. Una risorsa per il benessere’ (Il Mulino) ed è scritto da Andrea Stracciari, neurologo, e Angelo Fioritti, psichiatra che lo presentano oggi alle 18 in Salaborsa.

Stracciari, la nostalgia non è più canaglia?

"Tutti abbiamo una certa idea della nostalgia, che sa di tristezza, malinconia e depressione, vicina a un tipo di vita più contemplativo e poco performante. Poi andando un po’ a studiare si scopre che è diversa da come appare nell’immaginario collettivo".

Ci può delineare l’identità di nostalgia? Forse la capiamo meglio.

"La nostalgia non è un’emozione di base e istintiva come lo sono la paura, la gioia, il disgusto, la rabbia, ma è di quelle secondarie, ovvero più filtrate dalla ragione e meno immediate. È di tipo sociale come la vergogna, l’invidia, la gelosia, il desiderio e ci collega all’altro. È un’emozione più auto-centrata perché parte dalla storia autobiografica della persona, ma poi si proietta in una dimensione sociale e questo ci permette in effetti di dire che la nostalgia è positiva".

Dobbiamo pensarla così da oggi?

"Esatto, come qualcosa che ci permette di guardare al passato ma in un’ottica futura. Per esprimere questo concetto, alla fine del libro abbiamo scelto una strofa della canzone ’A muso duro’ di Pierangelo Bertoli che dice con un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro".

Come facciamo a darle questo nuovo significato di risorsa?

"Bisogna pensare che una parte dalla medicina all’inizio pensava fosse una malattia, dovuta a dei cambi di pressione atmosferica e a delle alterazioni organiche propriamente dette; poi comincia a essere studiata dalla psicologia in un modo un po’ diverso e il responso è che la nostalgia non è la malinconia che ti ferma le gambe e ti impedisce di fare. La nostalgia comporta moltissimi benefici e chi riferisce di più alti livelli di nostalgia dimostra una maggiore capacità di approccio motivazionale, più solidi sentimenti vitali, una maggior spinta all’interazione sociale, meno chiusura. Tutte qualità positive perché incrementano l’autostima, la connessione sociale, l’affettività. E va detto non è tipica degli anziani".

Riguarda anche i giovani?

"Sì, perché ha a che fare con la stagione del cambiamento, un passaggio dall’adolescenza all’età adulta, dalla maturità alla terza età. Il cambiamento l’abbiamo come fonte di nostalgia laddove la storia individuale va incontro a modifiche sostanziali come le migrazioni, i traslochi, il cambiare città. Ecco che arriva il richiamo nostalgico che è una spinta a stare meglio di prima, a ripensare ciò che ci è piaciuto e ci ha insegnato cose importanti. Non bisogna quindi confondere la nostalgia con il rimpianto, che è un piangersi addosso e non riuscire ad avere una progettazione del futuro".