di Stefano
Marchetti
Ancora trent’anni fa, quasi sempre uscivamo di casa con un gettone telefonico in tasca per chiamare la fidanzata, o magari per dire alla mamma che avremmo fatto tardi. Oggi ci sentiamo a disagio se dimentichiamo lo smartphone che è diventato come una parte di noi. Proprio l’avanzata trionfale dei cellulari ha decretato la fine delle cabine telefoniche: con un decreto pubblicato tre mesi fa, l’Agcom ha autorizzato la dismissione di migliaia di posti telefonici pubblici. Una società di sondaggi ha intervistato 1350 utenti: soltanto lo 0,5% (quindi, in pratica, 7 persone) aveva utilizzato il telefono pubblico nei tre mesi precedenti, e l’80% non avvertiva più alcun bisogno di questo servizio. La Tim potrà quindi ‘cancellare’ moltissimi telefoni pubblici: resteranno garantiti negli ospedali, nelle caserme, nelle carceri e nelle comunità. In Italia – ricorda l’Agcom – sono presenti 35.994 postazioni di telefonia pubblica: sono 3370 in Emilia Romagna (al terzo posto in Italia, dopo Lombardia e Piemonte), 1106 nelle Marche. Su questo numero complessivo, le cabine telefoniche stradali rappresentano poco meno della metà (16.073 in tutta Italia): dal 2019 al 2021 il numero di chiamate annuo per postazione si è più che dimezzato. Le care cabine dunque sono destinate a scomparire, anche se c’è chi si sta attrezzando per ‘reinventarle’. Da alcune località, come Tresigallo (Ferrara), la città metafisica, sono partite richieste ufficiali alla Tim per poter ‘convertire’ la cabina a nuovi usi, che in alcuni luoghi sono già realtà.