L’arte ’irregolare’ si prende nuovi spazi

Tre luoghi, tra galleria e laboratori, tutti caratterizzati da una forte contemporaneità e dal mix di opere, libri, tatuaggi e musica

L’arte ’irregolare’ si prende nuovi spazi

L’arte ’irregolare’ si prende nuovi spazi

Ve ne siete accorti? Bologna è in preda a un turnover commerciale massiccio e, lenta ma inesorabile, sta cambiando volto, esprimendo nuove strade d’interesse. E non si parla di ’city of food’, di avvicendarsi di luoghi del cibo, insomma, perché la città pare segnalare un nuovo interesse per spazi d’arte e di produzione indipendente, con un’identità estremamente contemporanea e sfaccettata. Così l’ex (molto amata) sala da the di via Testoni 5d, diventa da oggi alle 18 MAG/Magazzeno Art Gaze, una galleria anticonformista per artisti irregolari, l’ex ristorante giapponese di via Saffi 16/2/e si trasforma in Want Unconventional Lab e l’ex Omas (le penne stilografiche made in Bologna) in via Filippo Turati 8/a è ora Ottoastudio, uno spazio condiviso da quattro fotografi, un laboratorio di stampa fine art, un architetto d’interni e due designer tessili. MAG/Magazzeno Art Gaze, in particolare, lascia Ravenna, dove era nata nel 2016 e sceglie Bologna come nuova ed eccitante destinazione per il mondo artistico, riconoscendo che qui succedono molte cose. O forse sarebbe meglio dire: succedono di nuovo molte cose? Per il taglio del nastro che avverrà oggi dalle 18 alle 24, Alessandra Carini, la gallerista, propone due artisti con un punto di vista non troppo allineato verso il mercato dell’arte e il suo côté critico, ideando un ’Padiglione Itaglia’ (il titolo della mostra) per l’imolese Luca Rossi, che nelle sue provocatorie opere impacchettate e visibili solo all’acquirente, fa incontrare l’essenza dei grandi nomi della storia dell’arte moderna e contemporanea secondo un pensiero critico personale e Andrea Alvigini, il signore del ’meme’, che utilizza immagini popolari per rielaborarle in chiave ironica o critica. Non solo spazi espositivi al Mag, ma anche un accogliente angolo bar e un ricco bookshop curato da Bonobolabo, già presente a Palazzo Strozzi, Museo Macro di Roma e Guggenheim di Venezia.

Affonda le sue radici nell’arte del tatuaggio ma si muove anche tra pittura, scultura, autoproduzione fashion e musica, il Want Unconventional Lab di via Saffi, grande spazio/laboratorio che il 3 e 4 maggio inaugura ufficialmente con un minifestival ’When we were kids’. Aperto da Mirco Campioni, Riccardo Franceschini in arte blackstar e Giulio Brunetti, lo spazio ospita otto studi di altrettanti tatuatori – tra cui quello di Genziana Cocco, storica tatuatrice che fondò a Bologna il SundanceTattoo, ora chiuso – e la prima mostra ospitata è stata quella di Cicatrici Nere, artista e tatuatore che salì al ’dis-onore’ delle cronache per via di quella sua scritta ’Pensati libera’, presa senza permesso sui muri di Bologna da Claire Fontaine e finita sui capi Dior indossati da Chiara Ferragni a Sanremo. Ma il suo stile è davvero personale. Anche qui sarà in funzione un bar e presto uno studio musicale nei piani sotterranei.

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