GIAN ALDO TRAVERSI
Cronaca

Lee Curreri, quarant’anni sull’onda di ’Fame’

Il musicista e attore di origini italiane stasera e domani al Bravo Caffè nel tour dell’anniversario: "È stata una scuola di vita"

Lee Curreri, quarant’anni sull’onda di ’Fame’

Lee Curreri, quarant’anni sull’onda di ’Fame’

Sbuca dai ricordi quarant’anni dopo, tra battiti di cuore dei fan adoranti: nel doppio rendez-vous di stasera e domani al Bravo Caffè (ore 22) Lee Curreri, cantante, pianista, compositore e attore, dismette gli abiti del mito per riproporre spicchi di ’Fame’, il film del 1980 diretto da Alan Parker, vincitore del premio Oscar per la migliore colonna sonora firmata Michael Gore. Essenza del tour per i 40 anni dalla messa in onda televisiva in Italia della serie ’Saranno Famosi’ dell’88. Storie che palpitano verità, vissute dagli insegnanti e dagli allievi della New York School of Performing Arts. Sul palco con il leader (voce e tastiere) sfila il settetto dei Lee Curreri & Friends.

Maestro, un accenno alla scaletta?

"Sarà spalmata tra i brani del film e quelli inclusi nella serie tv, come ’Out Here on My Own’, ’Red Light’ e ’Hot Lunch Jam’, più la sigla cantata da Irene Cara".

Per tutti lei è ancora Bruno Martelli, un alias rarefatto come un sogno, da toccar con mano, come nelle favole.

"Meno male, nei panni di Bruno continuo a sentirmici. Punti di contatto? Entrambi cantanti, pianisti, timidi che si aprono, con un po’ di paura dei riflettori".

Riavvolgiamo il nastro.

"Nasco nel Bronx 63 anni fa, tra vagiti contesi da due famiglie: lucana, quella di sangue, mia madre, diciottenne incinta, abbandonata dal padre. Adottato a cinque settimane da una mamma di Sannicandro di Bari e un papà con nonni a Sciacca. La Chiesa cattolica mi fece nascere al Montefiore Hospital della Misericordia".

Il decollo di sogni e carriera?

"Ero uno studente di origine italiana iscritto al Mannes School of Music per un corso di laurea. Che abbandonai perché attratto sul set di Fame".

Scelto da chi?

"Alan Parker in persona, che in un’audizione mi ha filmato mentre ero al piano e poi ha aggiunto: ’Hai fatto bene. D’ora in poi recita e suona, sarai Bruno’".

’Fame’ scuola di vita?

"Sì, nel film ho imparato cose geniali e bizzarre, a New York la gente ci guardava per strada".

Si sarebbe immaginato tanto successo?

"Solo in parte. Mentre la trama cresceva chiedevo in giro se questo film sarebbe stato grande. Mi rispondevano: ’non grande, speciale’. Difatti divenne una hit, con la canzone ’Fame’ più strepitosa del musical".

Film e serie: ebbrezze diverse?

"Il film è più realtà, la serie è più linda, senza ’bestemmie’. Una volta sporcai il giubbotto per renderlo reale. William Blinn che ha co-firmato lo show traboccava talento".

Qualche mese fa ha fatto piangere in diretta tv Geppi Cucciari cantandole ’Be My Music’.

"Splendida amica per vent’anni su MySpace. Ringrazio lei assieme al mio chitarrista Marco Iacobini che ha organizzato questo tour. Una cura per il corpo e per l’anima".

I cantanti italiani che preferisce?

"Domenico Modugno, Lucio Dalla e Pino Daniele".

Emozionato per la targa d’oro alla carriera che le verrà consegnata il 7 giugno al Matera Fiction?

"Provo gratitudine soprattutto, l’Italia non dimentica i propri figli, anche se nati altrove".

A proposito di figli…

"Ne ho due: Joey, trombettista jazz, il 28 giugno suonerà a Mestre con noi. L’ altro, Sammy, inventa nei videogames".

Come se la passa Carlo Imperato che interpretava Danny Amatullo?

"C’è chi dice che vive a Bologna, invece se ne sta a Los Angeles con la fidanzata bolognese Silvia Nironi e fa il set designer per Hollywood".