L’eternità nei sassi: il film su Luigi Lineri

Durato otto anni, è firmato da Giuseppe Petruzzellis e ha le musiche di Nicolás Jaar. All’Orione domani sera.

L’eternità nei sassi: il film su Luigi Lineri

L’eternità nei sassi: il film su Luigi Lineri

A chi non è mai capitato di osservare un sasso e sentirne l’immediata attrazione, tanto da volerlo raccogliere e possederlo? Probabilmente è il risveglio di un sentimento primordiale a muoverci verso questa azione, il riconoscimento formale e mitico. E ci sentiamo tutti un po’ Luigi Lineri, 86 anni, il signore dei sassi, raccontato empaticamente dal regista ferrarese d’adozione e anche un po’ bolognese (per via della sua casa di produzione Aplysia) Giuseppe Petruzzellis, nel film ’La ricerca’. Protagonista Lineri e i suoi 60 anni di raccolta e catalogazione di ciottoli dalle forme umane ed animali, del tutto simili a misteriose sculture preistoriche. Presentazione domani alle 21 all’Orione, alla presenza di regista e protagonista.

Petruzzellis, come è avvenuto l’incontro con Luigi Lineri?

"Un incontro fortuito nel 2014 con Lisa Pierro, che è anche co-ideatrice e co-produttrice del film. Lei già si occupava di promuovere di Luigi Lineri, mi ha mostrato alcune foto dell’installazione e sono rimasto folgorato. Nel 2015 sono andato a Zevio e dopo una prima fase di ascolto del racconto di Luigi, abbiamo deciso di fare un film che è durato 8 anni, in cui abbiamo costruito un’amicizia ed esplorato tutto quello che desideravamo. Un tempo lungo, anche per la ricerca di finanziamenti".

Quali intuizioni e riflessioni ci sono dietro alla sua regia, che sceglie una stratificazione di linguaggi?

"Da un lato c’è il racconto dell’opera di Luigi, anche cronologico, perché attraverso i sassi lui ci fa fare un viaggio nel tempo, dai primi sassi-strumenti preistorici alle prime forme di scultura, la nascita del mito, del simbolo e fino a quella del linguaggio.C’era questo materiale di partenza, mentre la riflessione visiva è stata condivisa col direttore della fotografia Michele Brandstetter de Bellesini, per cercare soluzioni tecniche e fotografiche per ’muovere’ le pietre, oggetti inanimati che però Luigi muove con la sua poesia. Io poi ho avuto la necessità di un secondo livello narrativo che ho trovato negli archivi filmici con immagini di repertorio, dalla preistoria al viaggio sulla Luna, per cercare un linguaggio universale".

Per la colonna sonora cosa ha domandato a Nicolas Jaar?

"All’inizio gli avevo in verità chiesto solo una canzone, Colomb, per i titoli di coda. Poi gli ho mandato il premontato del film e quando l’ha guardato mi ha detto che voleva scrivere la colonna sonora inedita, perché gli era piaciuto moltissimo".

Benedetta Cucci

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