SERGIO
Cronaca

Lo Stato laico, la scuola, . Dio e il diavolo

Gioli Èun’emorragia diffusa e, sembra, inarrestabile. Studenti (e famiglie) sempre più spesso dicono no all’ora di religione. A livello nazionale i...

Gioli

Èun’emorragia diffusa e, sembra, inarrestabile. Studenti (e famiglie) sempre più spesso dicono no all’ora di religione. A livello nazionale i ragazzi delle scuole pubbliche che hanno detto no all’ora di religione e scelto l’ora alternativa sono 1.096.846. Bologna è seconda nella classifica delle province più laiche (36,31% di no), preceduta soltanto da Firenze (37,9%) e seguita da Trieste (33,3%). Tra le regioni, l’Emilia Romagna è seconda dopo la Valle d’Aosta, la Toscana terza. Nelle Marche la percentuale di rifiuti è del 14,1%. I vescovi al riguardo, dicono che l’ora di religione a scuola non è un’ora di catechismo. Vero. Ma allora che cos’è? Programmi vaghi, nessun vero piano di studio. Non sorprende che l’appeal sia scarso. Di questi tempi, poi, dominati dal relativismo culturale e dalla perdita di identità collettiva (fenomeni a cui la Chiesa non è estranea) che presa può mai avere la religione cattolica sui giovani e sui loro genitori? È un peccato, e non perché lo stato laico debba farsi carico di diffondere dettami religiosi ma perché quel coacervo di testi sacri, credenze, tradizioni, superstizioni, preghiere, simboli, comandamenti, riti, principi etici e morali, è alla base della nostra civiltà, spiega la nostra storia e quello che siamo diventati oggi. Umberto Galimberti, filosofo laico, è autore del libro ‘Le parole di Gesù’. Il motivo per cui, da laico, l’ha scritto, è sorprendente. "L’ho fatto – ha spiegato – per i bambini che non vanno più a catechismo. Dovrebbero invece sapere cosa sono il diavolo, Cristo, la fede, la crocifissione, la flagellazione. Altrimenti non capiranno nulla di arte, della nostra arte europea, fatta di flagellazioni, crocifissioni, diavoli e santi". Al contrario, ragiona Galimberti, a scuola come in Chiesa i sacerdoti parlano di sesso, di droga, di questioni sociali, di disoccupazione. Ma assai poco di religione. Benedetto Croce, laico anche lui, scrisse un saggio intitolato ‘Perché non possiamo non dirci cristiani’ il cui senso finale è la constatazione che i valori del cristianesimo sono i valori fondanti della nostra civiltà. Ammesso che non sia troppo tardi, l’insegnamento della religione a scuola potrebbe ripartire da qui.