Lo strano caso di Gobatti, i suoi ’ Goti’ fecero storia

Chi si avventura oggi fra le tombe storiche della nostra Certosa, può imbattersi in una lapide singolare: accanto al nome...

Lo strano caso di Gobatti, i suoi ’ Goti’ fecero storia

Lo strano caso di Gobatti, i suoi ’ Goti’ fecero storia

Chi si avventura oggi fra le tombe storiche della nostra Certosa, può imbattersi in una lapide singolare: accanto al nome del defunto, Stefano Gobatti (1852-1913), "che pienamente nel nostro maggior teatro rivelò il suo genio musicale", campeggia a grandi caratteri un titolo, quello della sua opera lirica I Goti, rappresentata al Teatro Comunale sul finire del 1873 con un successo di tale portata che non si ricorda l’eguale nella storia degli spettacoli bolognesi. Gobatti, di origine veneta, aveva soltanto 21 anni, ma il consiglio comunale si affrettò a concedergli in pochi giorni la cittadinanza onoraria, già attribuita fra i musicisti soltanto a Verdi e Wagner, nel culmine delle rispettive carriere.

A ’Lo strano caso di Stefano Gobatti, compositore di teatro’ è dedicato lo spettacolo del duo Il Ruggiero (Emanuela Marcante: recitazione e pianoforte; Daniele Tonini: recitazione, canto e flauto) prodotto dalla Fondazione Istituto Liszt di Bologna e presentato lo scorso novembre a Bergantino, città natale del compositore. Viene riproposto questo pomeriggio a Bologna, nel Museo di San Colombano (alle 17), a 150 anni da quell’evento difficilmente spiegabile se non riletto all’interno del contesto intellettuale e politico bolognese, capitanato all’epoca dai letterati Giosue Carducci, Enrico Panzacchi, Olindo Guerrini, nonché dal sindaco Camillo Casarini, colui che due anni prima aveva fortemente alimentato un altro caso teatrale con l’esecuzione al Comunale del Lohengrin, prima opera wagneriana mai allestita in Italia. Racconti e letture si alterneranno dunque a musiche del dimenticato Stefano Gobatti, che di quell’infuocata temperie culturale fu beneficiario e vittima insieme.

Marco Beghelli