L’oasi a rischio nel Delta Venduta l’area dell’Ortazzo, ira di ambientalisti e partiti "Ma nessuno potrà costruirci"

Negli anni ’60 fu concessa l’edificabilità per un maxi intervento ricettivo, poi bloccato. Dopo decenni di silenzio a marzo ha cambiato proprietà. L’ombra della cementificazione.

L’oasi a rischio nel Delta   Venduta l’area dell’Ortazzo,  ira di ambientalisti e partiti  "Ma nessuno potrà costruirci"

L’oasi a rischio nel Delta Venduta l’area dell’Ortazzo, ira di ambientalisti e partiti "Ma nessuno potrà costruirci"

di Carlo Raggi

RAVENNA

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, taglia corto, stanco come è di combattere ogni giorno "contro le fake news" circa la possibile edificabilità "presente o futura" sui 480 ettari dell’Ortazzo e Ortazzino. Si tratta dell’area litoranea – che qualche mese fa ha cambiato proprietario – a sud della foce del torrente Bevano, inclusa nei primi anni Duemila nel Parco del Delta del Po e assoggettata da ormai mezzo secolo alla più rigorosa tutela ambientale e naturalistica, grazie a ripetuti interventi della magistratura, della giunta Canosani (anni Settanta) e normativi.

A dubitare della rigorosa tutela, ampiamente documentata e non da adesso, sono stati sia partiti di opposizione (uno di questi ha accusato l’amministrazione comunale di ‘crimini ambientali’), sia Italia Nostra, ai quali il sindaco, l’Ente Parco e la Regione hanno ripetutamente spiegato e provato, con mappe e documenti, che "sull’area dell’Ortazzo e Ortazzino mai nessuno potrà edificare neppure un metro quadrato". E ora, stanco di ripetere le stesse cose, al sindaco preme ribadire un solo proposito e cioè che "il nostro impegno continua ad essere quello di riuscire ad acquisire l’area alla proprietà pubblica per ancor meglio tutelarla dal punto di vista della gestione ambientale e poterla inserire in percorsi di fruizione naturalistica attenta e rispettosa. E per questo cercheremo un contatto con la nuova proprietà".

Al momento quei 480 ettari fra terreni neppure coltivabili, specchi d’acqua e pineta sono recintati e regno incontrastato di daini, lupi e altre specie animali. Il vincolo di possibile acquisizione dell’area da parte del Comune o del Parco è operante da lungo tempo, sostanzialmente da quando la giunta Canosani, nel 1979, corse ai ripari a fronte del vulnus operato dall’amministrazione comunale dei primi anni Sessanta che permise l’edificabilità dell’intero territorio destinandolo a insediamento turistico con migliaia di posti letto e con tanto di porto turistico da oltre mille natanti, allora battezzato Porto Gaio.

Dopo l’intervento della magistratura che ai primi lavori nel 1975 sequestrò l’area, la giunta Pci-Psi nel ‘79 cancellò quell’improponibile piano urbanistico, prevedendo anche l’opzione, sempre esercitabile, dell’acquisto dell’area. La società proprietaria, la Immobiliare Lido di Classe, fece ricorso al Tar che diede ragione al Comune, sentenza poi confermata dal Consiglio di Stato.

Da allora e per quasi quarant’anni dell’Ortazzo e Ortazzino non si è più parlato se non come impareggiabile area naturalistica e come territorio da includere, come è avvenuto, nel perimetro del Parco del Delta con tutti gli ulteriori vincoli di tutela. Nel 2006 la proprietà chiese la cancellazione di quel vincolo a vendere al Comune, ma la richiesta venne ovviamente respinta e cinque anni fa, nel 2018, il sindaco de Pascale cercò un contatto con la proprietà per un accordo per l’acquisto. All’epoca l’Immobiliare Lido di Classe era in liquidazione volontaria e il contatto, definito "estremamente difficoltoso", fu con il liquidatore, ma si interruppe perché nel frattempo l’area fu pignorata per debiti fiscali della proprietà e si prospettò la vendita all’asta. Asta che non ci fu perché, a fine 2022, la Immobiliare Lido di Classe pagò le imposte dovute e la procedura si estinse. Ma il liquidatore non contattò più il Comune (si limitò a informare il Parco del Delta perché potesse esercitare il diritto di prelazione, ma la mancanza di fondi bloccò sul nascere ogni pretesa dell’Ente) e l’1 marzo 2023 ha proceduto alla vendita per 604mila euro alla Cpi Real Estate Italy, società all’epoca rientrante nel Gruppo Cpi, quotato alla borsa di Francoforte e con interessi immobiliari in mezza Europa, il quale lo scorso giugno, lo si è appreso ieri (la Camera di commercio di Roma ancora non ha registrato l’atto), ha ceduto la totalità delle azioni della Real Estate ad altra società, la ‘Giugno srl’ che attualmente è quindi la nuova proprietaria dell’Ortazzo.

"Il Gruppo Cpi non ha più la disponibilità di quell’area" si afferma dal quartier generale del Gruppo. Proprio quella frettolosa compravendita di marzo, di cui si è saputo solo un mese fa, ha indotto prima Italia Nostra e poi alcuni gruppi politici ad accendere un faro sull’intera vicenda e di qui i duri interventi polemici.