MARCELLO GIORDANO
Cronaca

Lorenzo Paramatti testimone della guerra. Dalla paura di Tel Aviv al volo di rientro in Italia

Lorenzo Paramatti, figlio d'arte, calciatore professionista, è riuscito a tornare in Italia da Israele prima della chiusura dello spazio aereo, dopo aver vissuto l'attacco di Hamas. È rientrato a Rimini, dove ha casa, ma tornerà presto anche a Bologna.

Lorenzo Paramatti testimone della guerra. Dalla paura di Tel Aviv al volo di rientro in Italia

Lorenzo Paramatti testimone della guerra. Dalla paura di Tel Aviv al volo di rientro in Italia

È riuscito a tornare da Israele appena prima che chiudessero lo spazio aereo, cavandosela senza un graffio, ma con tanta paura: Lorenzo Paramatti non dimenticherà quanto vissuto tra la notte di venerdì e domenica mattina. Lorenzo è il figlio di Michele, indimenticata bandiera del Bologna negli anni della serie C con Ulivieri, protagonista di una cavalcata che portò i rossoblù fino all’Europa e lui in nazionale prima e alla Juventus poi. È figlio d’arte, Lorenzo, calciatore professionista a sua volta. In estate aveva firmato un contratto con Maccabi Petah Tiqwa fino al 30 giugno 2024.

La squadra ha sede a Petah Tikva, nel distretto centrale di Israele, a 10 chilometri da Tel Aviv: il che significa che Lorenzo, nella notte di venerdì è stato svegliato dal rumore delle bombe e dall’allarme e quando si è alzato dal letto per capire cosa stesse succedendo ha visto l’antiaerea israeliana alzarsi in volo. Insomma, è stato testimone dell’attacco di Hamas che ha riacceso il conflitto israeliano-palestinese. Lorenzo è fortunatamente riuscito a rientrare in Italia domenica mattina, grazie a un biglietto aereo che la sua società è riuscita a fargli ottenere in un momento di grande tensione: non era certo, infatti, di riuscire a partire, considerando le sirene, gli allarmi bombe e soprattutto il fatto che anche l’aeroporto di Tel Aviv è stato oggetto di lanci di razzi. Lorenzo è in salvo ed è a Rimini, dove ha casa. Ma ha una casa anche a Bologna, dove arriverà presto. È nato nel 1995, l’anno in cui il padre iniziò la sua carriera in rossoblù terminata poi nel 2003, dopo una parentesi di due anni alla Juventus. Calcisticamente è cresciuto a Casteldebole, Lorenzo, acquistato dall’Inter (tra il 2010 e il 2014) e rientrato in rossoblù tra il 2014 e il 2015, collezionando anche presenze nelle nazionali giovanili, prima di un infortunio al ginocchio. Poi una carriera da professionista tra Siena, Messina, Santarcangelo Gubbio e Piacenza, prima di decidere di unire il calcio alla conoscenza di altri Paesi: esperienza al Timisoara, in Romania, nel 2019, una parentesi a Rimini prima del Covid e poi tre anni al Craiova, tra serie B e A rumena. Ha poi optato per Israele e ora attende di capire se la guerra cesserà e se e quando eventualmente riprenderà il campionato, che lo vedeva terzo in classifica e in lotta per il titolo con Hapoel Haifa e Maccabi Tel Aviv.

Ma la guerra potrebbe far sì che non ci sia modo di tornare in campo e nel caso Fifa e Uefa potrebbero optare per svincolare e liberare i calciatori stranieri tesserati in Israele per concedere loro la possibilità di tornare a lavorare (ovvero giocare) altrove. Lorenzo attende notizie: anche dai suoi compagni di squadra, perché oltre a lui solo altri 2 elementi della squadra hanno lasciato il Paese. La Farnesina aveva contattato Paramatti lunedì, riferendo che aerei militari sarebbero partiti ieri da Israele per riportare i cittadini italiani a casa e per capire se avesse bisogno di qualcosa: ma lui era già al sicuro. Spaventato, ma al sicuro, tra Rimini e la sua Bologna.