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L’ultimo saluto a Vittorio Prodi Il figlio ‘don’: "Fate figli e politica"
"Non è un periodo bello. In quattro mesi ho perso due fratelli e la moglie. Però c’è un grande affetto tra di noi, dagli amici e dai cittadini per Vittorio. Vittorio era intelligente, dolce e buono". L’ex premier Romano Prodi davanti alla chiesa di Sant’Anna in via Siepelunga, arriva poco prima del feretro del fratello Vittorio, scomparso a 86 anni dopo una lunga malattia.
Ai funerali, tra le tante autorità cittadine, dal sindaco Matteo Lepore al prefetto Attilio Visconti, anche i ministri Matteo Piantedosi e Anna Maria Bernini, che si sono stretti attorno all’ex premier e a tutta la famiglia Prodi. Sulla bara un girasole, la Bibbia e la Costituzione. A celebrare i funerali, don Matteo Prodi, figlio di Vittorio che è stato professore all’Alma Mater, presidente dell’Azione cattolica di Bologna e presidente della Provincia dal 1995 al 2004, nonché parlamentare europeo per due mandati. Don Matteo – che ha definito il padre "un distributore di stelle" – nell’omelia ha esortato a "fare figli, con chi volete, non importa", suscitando anche qualche risata. Ma don Matteo spiega le sue ragioni: "Se non abbiamo una famiglia numerosa, se mi muore l’unico zio che ho è un disastro, se me ne muore uno di venti è faticosissimo ma è uno di venti. Quindi purtroppo mi risulta – prosegue – che dopo il mio appello al saluto a Matteino (il nipote di Vittorio morto a 16 anni in un incidente stradale in bici, ndr) – non sia successo niente. Se volete vi mando un tutorial su YouTube – scherza e insiste – fate figli, fate famiglie numerose".
Il secondo consiglio, rivolto in particolare ai giovani presenti al funerale, è: "Fate politica. Il cardinale Zuppi a Camaldoli ricordava che chi ha scritto quel codice, quella carta incredibile aveva 24, 26, 28, 30 anni. Quindi – spiega – fate politica perché è il modo più sublime per cambiare il mondo. Il mondo è a una svolta (cita il libro del padre Vittorio) ma è a una svolta se qualcuno svolta, se no si va dritti".
Anche il presidente della Cei, il cardinale e arcivescovo di Bologna Matteo Zuppi, ha portato un saluto all’inizio delle celebrazioni: "Vittorio si è sempre sentito parte della sua Chiesa con fiducia, con obbedienza, ma anche con tanta libertà di ricerca e coscienza e sempre con gentilezza. Mi ha sempre tanto colpito la sua gentilezza. Vittorio – prosegue – è stata una stella in mezzo a tanta oscurità con la sua gentile mitezza", dice Zuppi, ringraziandolo per la Scuola della Pace di Montesole a Marzabotto.