Malori al 118, l’inchiesta si allarga. Operatore indagato, 20 casi sospetti

Il reato ipotizzato dalla Procura è lesioni personali. Sotto la lente degli inquirenti altri due colleghi . I sanitari colpiti dai malesseri, andando indietro nel tempo, sarebbero molti di più dei sette denunciati.

L’inchiesta sui malori alla Centrale operativa del 118 Emilia Est si allarga. Non sarebbero infatti ’solo’ sette gli operatori colpiti da strani e inspiegabili malori mentre si trovavano al lavoro, ma molti di più. Fra i 15 e i 20, almeno. Tutti medici o infermieri che hanno accusato i malesseri nel corso non solo degli ultimi quattro mesi, ma in periodi anche precedenti.

E non è finita. Perché ora il fascicolo è arrivato a una prima svolta: c’è infatti il primo indagato, un operatore della centrale nei cui confronti la Procura ipotizza il reato di lesioni personali. Ma il numero degli indagati potrebbe anche salire, visto che un collega o forse addirittura due, quelli più vicini alla persona sotto accusa, potrebbero finire iscritti nel fascicolo con l’accusa di averlo aiutato o coperto. I carabinieri del Nas sono al lavoro da settimane per chiarire i contorni di questa inquietante vicenda. Hanno già sentito una trentina di persone e altre ne sentiranno nei prossimi giorni.

L’Ausl, nell’esposto presentato il 25 ottobre, aveva segnalato sette casi (a partire dall’estate) e concentrati in soli quattro mesi, di sanitari della centrale operativa che per motivi misteriosi si erano sentiti male accusando gli stessi sintomi, per lo più neurologici: sincopi, svenimenti e stati alterati di coscienza, difficoltà o incapacità ad articolare parole e frasi. Il sospetto degli inquirenti è che quei malesseri siano stati provocati dalla somministrazione di uno psicofarmaco, l’Entumin, le cui tracce sono state trovate nel sangue dell’operatore colpito nel modo più grave, tanto da dover essere ricoverato. Di qui l’accusa di lesioni personali formalizzata a carico dell’indagato. A cui però potrebbero aggiungersi altre contestazioni, relative al reperimento e all’uso del farmaco negli stessi ambienti ospedalieri.

Quello che sarebbe emerso in queste settimane dai racconti dei sanitari della centrale è che i casi di presunta somministrazione del farmaco siano molti di più dei sette finora denunciati. Episodi che vanno più indietro nel tempo e che in quel momento, quando ancora nessuno sospettava di avvelenamenti dolosi, erano stati ’archiviati’ come semplici malori dovuti a cause naturali. Quello che inquieta ancora di più, in questa storia, è che anche personale addetto agli elicotteri era stato colpito dai malori, per fortuna senza conseguenze tragiche.

Ora gli inquirenti, dopo le ultime audizioni che avverranno nei prossimi giorni, dovrebbero essere in grado di tirare le somme per arrivare a un prima valutazione del materiale raccolto fin qui. A quel punto non sono escluse ulteriori svolte nell’inchiesta. Con esiti anche sorprendenti.