Ecco la mano bionica del futuro

Tra i primi a testarla un paziente bolognese: "E' diversa da tutte le altre". La protesi Hannes restituisce il 90% delle naturali funzionalità

Il modello di mano bionica "Hannes" (Foto Ansa)

Il modello di mano bionica "Hannes" (Foto Ansa)

Bologna, 10 maggio 2018 -  "E' diversa dalle altre protesi perché capace di adattarsi a ciò che afferro e mi dà la sensazione di usare di nuovo entrambe le mani". Le parole di Marco Zambelli (VIDEO), ex metalmeccanico 64enne di Sant'Agata Bolognese che perse la mano destra sul lavoro a 16 anni, sono le più adatte per descrivere Hannes (FOTO), la protesi di nuova generazione che restituirà ai pazienti il 90% delle loro naturali funzionalità. Dietro a questo progetto avveniristico sta Rehab Technologies Lab, il laboratorio nato nel 2013 dalla collaborazione tra l'Inail e l'Istituto italiano di tecnologia che è stato capace di far coesistere una magggiore durata della batteria, una migliore capacità di presa e un costo del 30% più basso rispetto agli altri arti meccanici in commercio.

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Nello specifico, parliamo di una mano che sfrutta gli impulsi elettrici provenienti dalla contrazione dei muscoli della parte residua dell'arto e che sfrutta l'intelligenza artificiale perché chi la utilizza possa comandarne i movimenti senza bisogno di interventi chirurgici, grazie a due sensori che interpretano i segnali in arrivo dal cervello. Un software che interagisce con la protesi via Bluetooth, poi, aiuterà le operazioni di calibramento, a misura dell'utente al pari di un aspetto esteriore ingentilito dai guanti di rivestimento personalizzabili. "L'Iit è partito nel 2012 dal robot umanoide che ci è servito per le esercitazioni dei nostri ricercatori - ha spiegato il direttore dell'Istituto, Roberto Cingolani - e ora, messa a punto questa mano rivoluzionaria, le nuove difficili frontiere da valicare saranno quelle delle protesi per braccia e gambe".

Come per Hannes (così chiamata in onore del fu direttore tecnico del Centro Protesi Inail di Vigorso di Budrio, Hannes Schmidl), anche in questi casi la sfida sarà curare la versatilità e la naturalezza nel movimenti, come fa il sistema DAG brevettato dal team IIT-Inail, grazie al quale le dita, in particolare il pollice, si piegano e possono assumere una postura naturale anche a riposo.

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