Marcella Di Folco: la sua vita alla Biennale

Il regista bolognese Simone Cangelosi invitato a Venezia con il documentario. Proiettato da oggi nella sezione ’Disobedience Archive’: "Ora parlerà al mondo".

Marcella Di Folco: la sua vita alla Biennale

Marcella Di Folco: la sua vita alla Biennale

Marcella Di Folco arriva alla sessantesima Biennale di Venezia grazie alla narrazione filmica di Simone Cangelosi. Da oggi al 24 novembre, la vita dell’attivista e politica che negli anni Settanta recitò per Federico Fellini e tanti altri registi, quando ancora era Marcello all’anagrafe, sarà presentata al mondo dell’arte attraverso il documentario ’Una nobile rivoluzione’. Il regista bolognese Simone Cangelosi lo realizzò nel 2014, a quattro anni dalla morte di Marcella, eletta in Consiglio comunale a Bologna nel 1995 con i Verdi, prima donna apertamente transgender, sottopostasi a un’operazione per il cambio di sesso, a coprire una carica pubblica. Quindi ecco che il lavoro, con già 10 anni di vita, riesce ad avere una ’second life’ plateale poiché centra perfettamente le tematiche indagate quest’anno dalla kermesse veneziana diretta da Adriano Pedrosa: ’Foreigners everywhere-Stranieri ovunque’ e in particolare la sezione ’Disobedience Archive’ curata alle Corderie da Marco Scotini. Qui infatti il film sarà ospitato accanto ai lavori di 39 artiste e artisti tra cui Cinéastes pour les sans-papiers, Critical Art Ensemble, la cineasta femminista e pioniera del queer Barbara Hammer, la fotografa e attivista sudafricana Zanele Muholi, la videoartista svizzera Ursula Biemann. "Per me è stata una grande sorpresa – racconta Cangelosi –: solo la Marcella poteva portarmi fino a Venezia, in una manifestazione così importante e nel contesto così azzeccato della ‘Disobbedienza di genere’ curato da Scotini nel Nucleo Contemporaneo". Il progetto curatoriale risale addirittura al 2005 quando, a Berlino, Marco Scotini (che cura ad Arte Fiera 2014 la splendida mostra Il Piedistallo vuoto/The Empty pedestal, una grande rassegna sull’arte contemporanea dell’Est Europa) concepisce un’esposizione itinerante di video e materiali grafici per indagare in forma di archivio, le relazioni esistenti tra cinema, media e attivismo politico, diventando una guida attraverso le storie e le geografie di disobbedienza sociale.

"Scotini cercava materiale sull’attivismo e la questione trans in Italia che nel suo Archivio della Disobbedienza mancava – spiega Cangelosi – e chi più di Marcella Di Folco, leader del movimento trans cui ha dato un contributo fattivo, col suo profilo umano e politico, poteva essere un contributo rilevante?". Ma quanto è cambiata la conoscenza di queste tematiche in Italia rispetto a 10 anni fa? "Oggi –commenta il regista – il tema è più nominato, anche nel discorso pubblico e comune, e certamente leader come Marcella hanno scardinato certi silenzi. Dunque la sua figura con questo invito dalla Biennale, viene riconosciuta a un livello molto alto che la porterà a parlare anche a coloro che non hanno avuto la fortuna, come me, di conoscerla personalmente e nel corso delle sue azioni politiche".

Benedetta Cucci

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