LETIZIA GAMBERINI
Cronaca

Mario Ramous, ecco le poesie inedite

Il volume sarà presentato dal figlio Ramous Fabj in Salaborsa. In arrivo altre iniziative per il centenario dalla nascita dell’intellettuale

Mario Ramous, ecco le poesie inedite

Mario Ramous, ecco le poesie inedite

Ci sono curiose coincidenze, a volte, nei numeri. Come quelle che annodano la vita di Mario Ramous di cui ricorrono nel giro di poche settimane i 25 anni dalla morte, avvenuta l’8 luglio 1999, e il centenario dalla nascita, il 18 maggio 1924. Anche per questo Michele Ramous Fabj, figlio del critico d’arte, latinista e storico direttore della casa editrice Cappelli, ha costruito un ricco programma di eventi che ricorderanno le tante anime dell’intellettuale. Si comincia domani con il Ramous poeta. In Salaborsa, infatti, alle 18, con la presentazione di Posie inedite 1946-1972 (Pendragon), assieme ad Alberto Bertoni, Giovanni Infelise e con letture di Cecilia Ramous Fabj a chiudere questo cerchio di corrispondenze.

Ramous Fabj ha trovato i componimenti esaminando i manoscritti donati all’Archiginnasio e collocati a Casa Carducci (altri i trovano nella biblioteca dell’Università di Urbino, dove Ramous aveva insegnato Estetica e Metrica). "Avevo dubbi sul fatto di pubblicare o meno i versi", spiega, ma alla fine ne è scaturita una preziosa raccolta, in tiratura limitata con copie numerate a mano. "Le poesie più datate– racconta – risentono ad esempio dell’esperienza della guerra, ma il fil rouge è sempre stato l’amore per mia madre". E dunque Ada Valeria Fabj Ramous, ex senatrice. Una famiglia fuori dal comune per il giovane Michele, in una casa frequentata da registi come Sandro Bolchi ("lo zio Sandro"), o artisti come Pirro Cuniberti e Concetto Pozzati. "Fin da bambino – ricorda – il pomeriggio mi portava alle mostre, dove si metteva a chiacchierare con gli artisti. Anche grazie a questo modo di incontrarsi, credo, all’epoca c’erano più figure di intellettuali. Oggi tutto invece è diventato frenetico, con tempi limitatissimi".

E davvero Ramous fu un intellettuale a 360 gradi. Nato a Milano nel 1924, giovanissimo si trasferì con la famiglia a Bologna. Durante la guerra fu prigioniero dei tedeschi a Cassino e, rientrato in città, si dedicò fin dal 1947 alla critica d’arte scrivendo per Il Progresso d’Italia. I primi scritti risalgono proprio a quel periodo, fra cui un primo volume su i disegni di Giorgio Morandi del 1949. Ramous Fabj ha ancora un disegno del 1915 che il padre trovò nell’atelier del maestro, che gliene fece dono. "Il foglio era rovinato– ricorda Michele – e Morandi lo attaccò su un cartoncino, lasciando un’impronta di colore. Mi piacerebbe esporlo". Dall’arte alla poesia. Ramous pubblicò 18 raccolte (riedite in forma unitaria nel 2017 da Pendragon) e parallelamente sviluppò la sua attività di traduttore di classici latini. Dal 1950 al 1975 ha poi diretto la Casa Editrice Cappelli, curando in prima persona molte collane.

L’incontro di domani in Salaborsa è però solo uno dei tanti appuntamenti organizzati dal Centro Studi Mario Ramous. In settembre, ad esempio, si terrà un incontro a Casa Carducci, mentre in ottobre ci si sposta anche a Urbino, all’Accademia di Belle Arti, con una mostra. Un’altra esposizione sul Ramous poeta, latinista, italianista troverà casa invece nella Biblioteca dell’Università marchigiana. Fra gli eventi in definizione, un incontro a novembre alla Casa Museo Savini, mentre l’intenzione è anche quella di riuscire a pubblicare "un volume di traduzioni latine inedite a cura di Francesco Citti, così come la nuova edizione de La metrica a cura del professor Colangelo per Patron".