Mazzotti: "Così ho inventato Arte Fiera"

Cinquant’anni fa la kermesse mise insieme le prime dieci gallerie: "Eravamo nei prefabbricati in fondo, i ragazzi giocavano a calcio"

Mazzotti: "Così ho inventato Arte Fiera"

Mazzotti: "Così ho inventato Arte Fiera"

Maurizio Mazzotti, all’epoca responsabile della Fiera Campionaria di Bologna, nel 1974 ebbe l’idea di portare l’arte tra le varie proposte della manifestazione popolare, inizialmente organizzata a giugno. Insomma, inventò Arte Fiera. Oggi, al compimento del cinquantesimo anno di età, che viene celebrato dal 2 al 4 febbraio, il dirigente ricorda un’epoca d’oro in cui i bolognesi impararono a conoscere un mondo fino ad allora solo per pochi.

Quest’anno la kermesse riproporrà alcuni documenti e fatti salienti delle sue origini. Come il primo catalogo con le prime gallerie (e una mostra) ’Numero zero. Il primo catalogo di Arte Fiera’ curato da Clarissa Ricci e poi ’Praticamente nulla da vendere’, la performance ad Arte Fiera nel 1976, a cura di Uliana Zanetti al padiglione 25.

Mazzotti, come le venne in mente di dar vita ad Arte Fiera?

"All’epoca ero responsabile della Campionaria e cercavo di fare dei settori nuovi dentro la fiera. Tra le possibili novità mi era venuto in mente, forse perché andavo a vedere le mostre nelle gallerie bolognesi, che si poteva aggiungere l’arte, anche se poi era un’idea molto campata in aria. All’epoca conoscevo Pedroni, vice capocronaca del Carlino, che mi disse di parlarne con il critico d’arte Giorgio Ruggeri. Il suo parere fu positivo".

Poi come si mosse?

"Incominciammo con l’invitare dieci gallerie, per lo più bolognesi, e fu un’esperienza curiosa, perché la Fiera mi permise di fare questa cosa, purché non utilizzassi gli spazi della fiera e non pesassi coi costi sulle casse".

Una bella scommessa!

"Sì, e con l’aiuto di una collega riuscii ad avere i padiglioni che solitamente venivano usati per il Saie, il Salone dell’Edilizia, che erano dei prefabbricati. Per cui queste dieci gallerie si trovarono ai margini della corte gastronomica e ricordo ancora Paola Forni che giocava a pallone con il figlio di Bartoli della de’ Foscherari, perché questi ragazzini stavano lì coi genitori dalle 10 del mattino a mezzanotte. Ecco l’inizio di Arte Fiera".

Che atmosfera c’era?

"Un tempo la fiera era un momento di grande aggregazione… per andare ad assaggiare le specialità gastronomiche, per comprare un armadio, perché all’epoca si pensava che le occasioni per i mobili si trovassero solo in fiera, per passare la serata, per mangiare la piadina. Quindi l’idea di Ruggeri di avvicinare tanto popolo all’arte non era mica male: altrimenti le gallerie erano sempre frequentate da gente preparata e basta. Quell’anno posso anche immaginare che siano nati dei nuovi collezionisti, perché tra i tanti che andavano a curiosare, qualcuno si sarà certamente appassionato".

Come andò l’anno seguente?

"Non ricordo i numeri esatti, ma nel 1975 mettemmo insieme oltre 100 gallerie, facemmo un vero catalogo, nacque la prima vera Arte Fiera con un suo marchio, una sua riconoscibilità. E non fu certo un lavoro facile, perché io non sapevo niente d’arte… Invitavo a partecipare e facevo degli strafalcioni nelle proposte. Fino al 1979 fu un crescendo continuo, con anche partecipazioni internazionali. Poi dal 1980 al 1982, per volere del presidente Nicoletti, Arte Fiera fu interrotta e riprese nel 1983, col nuovo presidente, fuori dalla Campionaria. Più avanti mi venne chiesto di spostarla a gennaio. Piazza bagnata piazza fortunata, disse qualcuno".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro