Mense comunali sit-it dei sindacati

Il personale di Ribò, che gestisce le mense scolastiche di Bologna, protesta per la carenza di personale, il precariato e le ore di lavoro. I sindacati chiedono al Comune di far rispettare il contratto di appalto del servizio. La protesta si terrà domani in piazza Maggiore.

Protesta nelle mense scolastiche di Bologna. Questa volta a mobilitarsi non sono le famiglie per la qualità del cibo, ma il personale di Ribò (gruppo Camst) che prepara e distribuisce i pasti nei refettori della città.

Tra i motivi, la carenza di personale, il precariato e le ore di lavoro. Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil chiamano in causa il Comune perché faccia rispettare quanto previsto dal contratto di appalto del servizio. "L’attuale amministrazione si è spesso espressa sul tema degli appalti. Ora è necessario che volga lo sguardo anche al proprio appalto della ristorazione scolastica. Non basta il controllo della qualità dei pasti forniti, il Comune, come committente, è responsabile in solido di tutto ciò che accade all’interno dell’appalto", è la sfida dei sindacati. Che porteranno la protesta sotto le finestre di Palazzo D’Accursio con un presidio in piazza Maggiore, domani dalle 17. "Un anno fa abbiamo interessato l’amministrazione, nelle persone degli assessori Ara e Bugani, senza ricevere riscontro.

La refezione scolastica del Comune è garantita da lavoratori che preparano e distribuiscono i pasti, sempre in affanno per la carenza strutturale di personale. Il numero di persone adibito alle attività di preparazione e distribuzione dei pasti non è sufficiente a garantire standard di qualità elevati", denunciano Filcams, Fisascat e Uiltucs. "Rivendichiamo il rispetto del capitolato di gara, frutto di un confronto con l’amministrazione comunale, che doveva impegnare Camst alla valorizzazione della qualità del lavoro – continuano i sindacati –. Assistiamo invece a uno schema che scarica sui lavoratori la volontà di mantenere bassi i costi del servizio e di massimizzare i profitti per Camst, a scapito della qualità dell’attività lavorativa",