Metello, nel nome del padre

Metello Cesarini, giornalista di valore, è stato caporedattore e vicedirettore al Resto del Carlino. Ha guidato il giornale durante l'attentato di Bologna nel 1980. La sua scomparsa nel 2004 ha lasciato un vuoto nel giornale.

Dopo Ezio Cesarini al Resto del Carlino ha lavorato anche Metello Cesarini, suo figlio, altro giornalista di valore scomparso nel 2004. Metello ha salito i gradini della gerarchia al Carlino arrivando ad essere caporedattore e poi vicedirettore. È stato un professionista serio, meticoloso, che ha fatto da maestro e da chioccia ad intere generazioni di colleghi. Toccò a lui un certo giorno scrivere un articolo sulla commemorazione del padre. Seppe farlo senza piagnistei, senza retorica pur scrivendo un pezzo dove la linea fra cronaca e sentimenti è impercettibile. Le tappe importanti della sua carriera sono state tante. Era in servizio come vice direttore quando l’orrore del 2 agosto 1980 sconvolse Bologna. Metello Cesarini la mattina dell’esplosione insieme ai capiredattori e guidò l’attività dei cronisti mandati sul posto. Era uno uomo di ’macchina’ Metello, come si dice di coloro che guidano dal desk l’attività del giornale, parlano con i cronisti, selezionano le notizie, le interpretano fino a vederle stampate sulla carta. Al Carlino ancora oggi ogni tanto sente pronunciare quel nome, Metello, perché chi lo portava è stato una delle colonne del giornale. Quando Metello se ne andò, nel dicembre 2004, sul Carlino Marco Leonelli, scrisse che era l’anima del Carlino, uno che fino a tarda sera cambiava e ricambiava titoli e pezzi perchè ’il giornale come il pane deve essere più fresco possibile’.

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