
Bologna, 19 settembre 2023 – Per sottrarla alla violenza folle dell’ex fidanzato, i carabinieri sono andati a prendere la ragazza sul posto di lavoro. Scortandola in caserma e tenendola al sicuro finché l’uomo non è stato trovato e portato alla Dozza. Lui, un ventiquattrenne italiano di origine nordafricana, era stato arrestato dai militari della stazione Indipendenza poche ore prima per maltrattamenti sulla fidanzata, ma aveva rifiutato il braccialetto elettronico impostogli dal giudice. E, appena dopo che i carabinieri avevano lasciato l’abitazione dove si trovava ai domiciliari, aveva ripreso minacciare la ragazza. "Se non ritiri la querela, questa storia finirà in tragedia", le scriveva.
L’incubo della ventenne era iniziato ad aprile scorso, quando aveva intrapreso una relazione con il giovane. Che, fin dagli albori della storia, aveva mostrato la sua indole violenta. Aveva prima iniziato impedendole di avere amici e costringendola a cambiare modo di vestirsi. Poi le aveva imposto di inviargli foto e video che testimoniassero dove si trovava, oltre a tempestarla di chiamate e messaggi, anche 500 al giorno, mosso da una gelosia senza senso. Una quotidianità che era diventata insopportabile per la ragazza. Che, lo scorso 4 settembre, aveva trovato il coraggio per troncare quella storia tossica. Ma quando lo aveva detto al ventiquattrenne, lui era esploso in una rabbia cieca, colpendola con schiaffi e spintoni e ripetendole che mai avrebbe accettato di essere lasciato.
Lei era riuscita a sottrarsi alla violenza e, una volta a casa, aveva chiamato i carabinieri, raccontando di mesi di angosce e maltrattamenti. I militari, accertata la condotta del ragazzo, che aveva già avuto simili comportamenti con altre ex, avevano subito informato la Procura, riuscendo a ottenere, nel giro di appena 10 giorni, una misura cautelare per il giovane. Così, la sera del 14 settembre i militari si erano presentati a casa del ragazzo, per notificargli l’arresto per atti persecutori, con applicazione del braccialetto elettronico, che il ventiquattrenne aveva però rifiutato di indossare.
Non erano passate che un paio d’ore dall’arresto quando la vittima si era trovata sul cellulare decine di chiamate e messaggi con minacce di morte. E, terrorizzata, aveva subito informato i carabinieri. Che non l’hanno lasciata sola un attimo: sono subito andati nel ristorante dove la giovane lavora, prendendola in custodia. E hanno informato la Procura delle minacce. Così, neppure 24 ore dopo, per il ventiquattrenne si sono aperte le porte della Dozza, dove è stato portato, in arresto.