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Montagnola, la grande paura. Negozianti tra rabbia e sconforto:: "La violenza è all’ordine del giorno"
"Qui non cambia mai niente, è sempre la stessa situazione. Quando è giorno, la zona è più vivibile, soprattutto nel weekend con il mercato. Ma, di notte, beh...". Paura, preoccupazione, rassegnazione. All’indomani dell’omicidio in Montagnola, i commercianti ripetono sempre lo stesso mantra: "Non siamo sorpresi, onestamente". La tiritera si sente in ogni negozio, in ogni attività, o almeno quelle che sono ancora aperte. Sì, perché proprio sotto la scalinata del Pincio, da quando ha chiuso i battenti anche la velostazione, si vedono quasi esclusivamente saracinesche abbassate.
"Questo non contribuisce al benessere del commercio – commentano da un bar in zona –. Passano sempre meno persone e, andare avanti così, è davvero dura".
Il pensiero è condiviso da chi frequenta quotidianamente gli spazi tra via Irnerio, piazza VIII agosto e via Indipendenza. "Un porto franco", come lo descrive qualcuno, dove all’ombra degli alberi e del verde avviene di tutto: lo raccontano le cronache degli ultimi giorni. "Non ci sentiamo sicuri, e anche i clienti lo dicono – aggiungono da un altro bar, quello all’angolo di piazza VIII agosto –. Abbiamo sentito di quello che è successo l’altro giorno, ma non è la prima volta che vediamo scene di questo tipo. Il problema è diffuso e va avanti da tempo". Rassegnazione, appunto.
Da ‘Barazzoni Factory Store’, negozio di articoli casalinghi, la sinfonia non è troppo diversa: "Noi chiudiamo presto e non viviamo questa grande percezione di insicurezza – confessa una commessa –, almeno finché restiamo in negozio. Ma mi rendo conto che questa zona presenti diverse criticità e numerose problematiche".
Negli anni le soluzioni si sono date il cambio alla ricerca di una continuità che permettesse di allontanare degrado e criminalità dalla Montagnola. Sembrerebbe, però, senza riuscirci in maniera definitiva. Chi vive il parco, tuttavia, è sicuro: la cultura rappresenta un presidio.
"Negli ultimi giorni il parco è stato attraversato da due episodi di estrema violenza: uno stupro e un omicidio che hanno scosso la città – scrivono ‘Frida nel Parco’ e Arci Bologna in una nota –. Questi fatti hanno senz’altro rafforzato paure, insicurezze e contribuito a far riemergere quel marchio che la Montagnola ancora non riesce del tutto a scrollarsi di dosso, nonostante sia innegabile che, da almeno cinque anni, le molte attività sociali e culturali hanno aiutato a trasformarla in un parco completamente diverso da quello che era prima. Sugli episodi terribili di questi giorni abbiamo voluto fermarci a riflettere, affermando ancora una volta quanto sia importante che i luoghi continuino sempre ad essere attraversati da persone, musica, cultura e socialità: quella che noi nei nostri spazi da tempo alimentiamo, arrivando a proporre 500 eventi all’anno".
"La Montagnola negli ultimi anni è completamente rinata, è una solida realtà, bisogna raccontarlo – conclude la nota –. E a dimostrarlo è la quantità di gente che la attraversa ogni giorno. Siamo convinti che la città, e la società in generale, soffrano di una violenza in crescita esponenziale: la Montagnola, come tutti i posti di confine, è un parco che attrae problemi di sicurezza se si abbassa la guardia. Occorre mantenere alta l’attenzione per spegnere sul nascere ogni criticità".