MASSIMO VITALI
Cronaca

Nettuno d’Oro, inno alla gioia. Lepore: "Non importa chi resta. Vi vogliamo comunque bene"

Il sindaco incorona il Bologna di Saputo: "Un sogno regalato alla comunità per generazioni". Il pensiero a Sinisa e Ferrerio. I tifosi al Dall’Ara: "Motta, stai con noi, non andare alla Juve".

Nettuno d’Oro, inno alla gioia. Lepore: "Non importa chi resta. Vi vogliamo comunque bene"

Nettuno d’Oro, inno alla gioia. Lepore: "Non importa chi resta. Vi vogliamo comunque bene"

Dall’Inno alla gioia di Schiller all’inno a un Bologna che è tornato lo squadrone che tremare il mondo fa il passo è più breve di quanto si possa immaginare. È stata festa grande ieri sera al Dall’Ara quando il sindaco Matteo Lepore, affiancato dall’assessora allo sport Roberta Li Calzi, nel catino dello stadio prossimo a compiere un secolo di vita ha consegnato al Bologna il Nettuno d’Oro.

C’è un po’ l’ombra di Giacomino (al secolo Giacomo Bulgarelli) e di tutti i numi tutelari dello scudetto del ‘64 nella cerimonia, breve ma intensa, con cui il primo cittadino di Bologna ha voluto dire grazie, a nome della città, ai cavalieri che fecero l’impresa. Eccoli tutti schierati in parata: dal presidente Joey Saputo (felicissimo ma lontano dai microfoni) all’ad Claudio Fenucci, dal mago del mercato Giovanni Sartori al diesse Marco Di Vaio, dai calciatori a Thiago Motta, osservato speciale nelle ore che precedono il suo più che probabile divorzio dai colori rossoblù.

"Non andare alla Juve, resta con noi" è l’invito di un paio di tifosi nella curva popolata da cori e bandiere, dove in duecento assistono all’antipasto della grande festa Champions. Lepore ricorda chi non c’è ma non per questo conta di meno e avrà sempre un posto di rilievo nel pantheon rossoblù: Sinisa Mihajlovic ("ci ha aiutati") e Davide Ferrerio (presente il padre Massimiliano). Poi ringrazia Joey Saputo, a cui presto, previo il via libera del consiglio comunale, consegnerà la cittadinanza onoraria, come già fece con Sinisa.

"Presidente, sei uno di noi – dice il primo cittadino di Bologna a Saputo –. Dieci anni fa avevi promesso di riportare il club agli antichi fasti e oggi il Bologna è in Champions. O sei un profeta o sei un grande imprenditore…". C’è gloria anche per De Silvestri, il senatore del gruppo. "So che sei il sindaco della squadra e dunque anche il mio sindaco", scherza Lepore. Thiago assiste in seconda fila, lasciando la ribalta ai suoi ragazzi, per nulla tormentato (apparentemente) dal pensiero che questa magnifica avventura per lui sia ormai al capolinea. "A questa squadra, a questo collettivo, capace di dimostrare come l’impegno, la dedizione, la generosità dentro e fuori il campo da gioco possano regalare ad una intera comunità il conseguimento di un sogno che segnerà intere generazioni consegniamo con gratitudine il Nettuno d’Oro", scolpisce Lepore nel leggere le motivazioni del riconoscimento.

E qui entra in scena Friedrich Schiller e il suo Inno alla gioia, dal cui repertorio lo stesso Lepore trae una frase che sa di auspicio per i protagonisti rossoblù che hanno conquistato un posto nella storia: "Siate fedeli ai sogni della vostra giovinezza".

Ma soprattutto siate rossoblù anche in futuro. "Non è importante quanti di voi rimarranno – azzarda Lepore –. Noi vi vogliamo comunque bene". "Io penso che molti di loro rimarranno –raccoglie l’assist Fenucci –. Io mi auguro tutti". E chissà se è una cartolina per Thiago. Ma intanto per tutti è tempo di partire per la Piazza, nell’abbraccio dei tifosi.