CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Omicidio sulla scalinata del Pincio. Il killer era ospite di una comunità. Scontava la pena per un altro reato

Il giovanissimo accoltellatore ha precedenti per rapina e spaccio, ma si era allontanato dalla struttura. Il questore: "Stiamo studiando nuovi sistemi per intervenire sempre velocemente nelle zone più critiche" .

Omicidio sulla scalinata del Pincio. Il killer era ospite di una comunità. Scontava la pena per un altro reato

Omicidio sulla scalinata del Pincio. Il killer era ospite di una comunità. Scontava la pena per un altro reato

Frequentava abitualmente la zona della stazione ed era ospite di una comunità, non come minore straniero non accompagnato, ma perché destinatario di una misura per un altro reato che aveva commesso in passato. Emergono nuovi elementi sul diciassettenne tunisino fermato giovedì scorso in piazza delle Medaglie d’Oro come presunto responsabile dell’omicidio al parco della Montagnola.

Il giovanissimo, già noto alle forze dell’ordine per numerosi precedenti in materia di rapina e spaccio, negli ultimi tempi si era allontanato alla comunità dove stava scontando una pena alternativa. È stato individuato (la Mobile, coordinata nelle indagini dal pm Simone Purgato, aveva diramato la sua foto a tutti gli uffici) grazie a un intervento congiunto di Polfer ed Esercito, con una pattuglia mista presente in stazione per l’operazione ‘Strade Sicure’. Il diciassettenne, che avrebbe già fornito una propria versione dei fatti, è accusato di aver ucciso Montez Alibi, suo connazionale di 21 anni.

I fatti risalgono alla tarda serata di mercoledì scorso, intorno alle 21.30, quando all’inizio della scalinata del Pincio gli agenti hanno trovato il corpo agonizzante della vittima. Il movente dell’omicidio, secondo una prima ricostruzione, sarebbe legato a un tentativo di furto. Nello specifico, il diciassettenne avrebbe provato a rubare il mezzo del 21enne: da qui, ne è nata una violenta colluttazione sfociata poi nell’aggressione mortale. Sembrerebbe, inoltre, che alcune persone presenti in quel momento al parco abbiano provato a bloccare il giovane tunisino, provocandogli anche alcune ferite. La vittima è stata colpita con diverse coltellate, di cui quella fatale all’altezza del cuore. Sul luogo del delitto, la Scientifica ha trovato un’arma, con ogni probabilità la stessa usata dal giovanissimo per colpire.

Quando gli operatori sanitari del 118 sono arrivati sulla scalinata del Pincio, le condizioni del ventunenne erano disperate e a nulla sono serviti i tentativi di salvargli la vita. È morto poco dopo l’arrivo al Maggiore.

"Un omicidio efferato, una tragedia enorme che ha colpito molto cittadinanza e città", così lo ha definito il questore Antonio Sbordone, che ha poi parlato del problema sicurezza e delle possibili soluzioni.

"È giusto analizzare meglio le criticità – le sue parole – anche se non sarà mai possibile un presidio fisso in ogni strada e piazza. Stiamo studiando nuovi scenari e modelli per essere più veloci negli interventi e più presenti in certe zone, insieme con l’Esercito. Ma nessuno vorrebbe una città totalmente militarizzata". E aggiunge: "Non sono il tipo che dice che va tutto bene, perché non va tutto bene. Esaltiamo le cose positive, ma spingiamo a fare di più, anche perché non va nemmeno malissimo: si tratta di distribuire le risorse in modo migliore".