LETIZIA GAMBERINI
Cronaca

Oscar Scaglietti, il medico degli sportivi

Il volume curato da Gubellini, presentato oggi pomeriggio, ricostruisce l’intreccio fra la storia del luminare e quella del Bologna

Oscar Scaglietti, il medico degli sportivi

Oscar Scaglietti, il medico degli sportivi

È il 29 aprile 1945, la città è stata liberata da poco più di una settimana. Parte del Paese è ancora in guerra, ma all’ombra della Maratona si disputa già un’amichevole: il Bologna affronta la Terza divisione Fucilieri dei Carpazi (vinta 4-2). L’erba in campo è ancora alta, fuori ci sono macerie e sotto il portico della Certosa si trovano le abitazioni per gli sfollati. Eppure la voglia di ricominciare è troppo forte. Aneddoti come questi, corredati da preziose foto, sono narrati nel volume Oscar Scaglietti. Il chirurgo degli sportivi. Storia di un consigliere del Bologna F.C. a cura di Davide Gubellini, che si presenta oggi alle 16.30 in via Malvezza 2/2 nel Salus Space. L’autore, presidente bolognese dell’Unione Nazionale Veterani dello sport, socio onorario dell’associazione Percorso della memoria rossoblù ed educatore volontario ha scavato, in questa pubblicazione che rientra fra i Quaderni di Villa Salus, nella figura del luminare dell’ortopedia, fondatore di Villa Salus, e scomparso nel 1993. La sua vicenda professionale e umana si è legata a quella del club rossoblù, di cui il volume pubblica il primo statuto del 1945. E soprattutto si coglie l’intreccio sottopelle fra una squadra e una città, ancora più emozionante in questi giorni di festa Champions. "Quando ho iniziato a scrivere il libro, l’inverno scorso – considera Gubellini – il Bologna stava già dando notizie di sé. Quella di Scaglietti è una storia che si intreccia con quella cittadina. Le persone, e vale anche per giovanissimi di recente cittadinanza italiana, con il pretesto del pallone riscoprono un senso di appartenenza".

Nato nel 1906 in Costa Rica, Scaglietti si trasferì con la famiglia a Bologna nel 1910, dove seguì i trionfi sportivi dello squadrone che faceva tremare il mondo. Durante il secondo conflitto mondiale, Scaglietti lavorò al Rizzoli curando italiani, tedeschi, ma pure partigiani e prigionieri alleati. Arrestato nel 1944 e condotto in via Santa Chiara, fu rilasciato il giorno dopo e, spiega Gubellini – "convinse Benito Mussolini a rinunciare al proposito di trasferire l’Istituto Rizzoli da Bologna al Nord d’Italia". Subito dopo la Guerra, ecco il legame ancora più stretto con il club: il medico infatti fu tra i ’soci fondatori’ della rinata società: il 29 giugno 1945 al cinema Modernissimo si svolse la prima assemblea elettiva e Scaglietti raccolse il numero più alto di preferenze, ben 396. Alla fine, però, sarà nominato presidente Renato Dall’Ara. Curioso il ritrovamento – all’Archivio di Stato, da parte di Emanuele Grieco – della prima pagina della bozza dello statuto del Bologna, sul retro di un documento a uso interno del Centro Putti, diretto da Scaglietti. "Quelle bozze sono interessanti anche perché ricostruiscono il clima del momento– nota l’autore –: c’era ad esempio ancora un lessico bellico, poi cambiato nella versione ufficiale".

Dopo quei giorni intensi, continuerà poi l’attività medica di eccellenza di Scaglietti che, dopo avere assistito lo sfortunato Virgilio Maroso, difensore del Torino scomparso nell’incidente di Superga, ebbe fra i suoi pazienti illustri anche Fausto Coppi, ma soprattutto Gianni Agnelli, per cui corse fino in Francia dopo un grave incidente dell’avvocato. Tante le intuizioni mediche che la medicina di oggi ha ereditato. Così come la nostra città.