Parla Valter Caiumi: "Il lavoro del futuro cambierà. Giovani, scuole e imprese devono restare al passo"

Il presidente di Confindustria Emilia: "L’intelligenza artificiale avrà un impatto enorme. Sull’aeroporto serve uno scatto, mi aspetto un piano che guardi ai prossimi 20-30 anni" .

Parla Valter Caiumi: "Il lavoro del futuro cambierà. Giovani, scuole e imprese devono restare al passo"

Parla Valter Caiumi: "Il lavoro del futuro cambierà. Giovani, scuole e imprese devono restare al passo"

di Andrea

Bonzi

"Sull’aeroporto Marconi mi aspetto un progetto in grande stile, con spazi e stanziamenti adeguati, che tenga conto delle linee di sviluppo dei prossimi 20-30 anni. Attualmente, lo scalo bolognese sconta un grosso gap, che va recuperato. I passeggeri (nel 2022 sono stati 8,5 milioni, ndr) sono destinati ad aumentare: che la stima futura sia 10, 12 o 20 milioni, il trend è chiaro. Il progetto di oggi è già quello di domani". Così Valter Caiumi, numero uno di Confindustria Emilia, torna sul tema dell’aeroporto di Bologna. Un argomento "su cui insisto da anni. Non per amor di polemica, ma perché voglio essere costruttivo. Lo scalo felsineo è fondamentale per l’intera regione e dovrebbe ricevere tutta l’attenzione possibile", osserva Caiumi.

Presidente Caiumi, dopo il Covid, la guerra in Ucraina, l’aumento dei prezzi energetici, l’alluvione di maggio e, ora, la crisi in Medio Oriente. Negli ultimi quattro anni è successo di tutto. Come hanno reagito le imprese?

"In modo sorprendente. Le nostre imprese, forti di ben 2.000 sedi in tutto il mondo, ’antenne’ importantissime, sono riuscite ad anticipare e a metabolizzare in fretta questi cambiamenti. Non significa che l’impatto non ci sia stato, in alcuni casi con una forza imprevista, e che alcuni fattori - come l’aumento dei costi - abbiano ancora effetti, ma la consapevolezza non è mai mancata. Anzi, questa è tale che, purtroppo, sappiamo che alcuni ostacoli potrebbero ripresentarsi ciclicamente in futuro".

E nel nuovo anno cosa dobbiamo aspettarci?

"Il 2024 è un’altra sfida. Dopo il Covid abbiamo avuto un rimbalzo mai visto, molte imprese sono ritornate ai livelli del 2019. Ci sono settori in frenata, come l’edilizia privata (non le grandi opere, supportate dal Pnrr), ma in generale molto è stato recuperato, sono fiducioso nel futuro".

L’inflazione galoppante (anche se in lieve calo nelle ultime settimane) e i salari al palo da anni stanno diventando un problema anche sul nostro territorio. Cosa possono fare le imprese?

"Per la verità, nel settore metalmeccanico a livello di contratti le retribuzioni hanno avuto una crescita importante, recuperando bene l’aumento dell’inflazione. E, se questa non dovesse scendere nel 2024, non escludo un ulteriore correttivo. Dunque, una reazione c’è stata per i dipendenti, e anche altri settori sono stati influenzati. In ambito welfare, poi, ho visto misure davvero interessanti, prese anche prima del cambio del contratto nazionale".

Sul Pnrr si è scatenato il dibattito. L’Unione europea ha erogato la quarta tranche dei finanziamenti, ma Lepore e Bonaccini hanno lanciato l’allarme sulla realizzazione delle opere. Che ne pensa?

"Su Bologna, Modena e Ferrara, in particolare, ci sono opere importanti che meritano una risposta celere. Non conosco bene che tipo di aspettative abbiano Lepore e Bonaccini sulla copertura del Pnrr, ma i soldi stanno arrivando e mi aspetto che, pur con qualche ritardo, riusciremo a spenderli. Certo,c’è da correre".

Che giudizio dà della manovra del governo?

"Come Confindustria, avevamo chiesto il taglio del cuneo contributivo. Le risorse a disposizione non erano tante, ma qualcosa è stato fatto".

Di cosa hanno bisogno ancora le imprese?

"Stimoli all’innovazione, come Industria 4.0, ormai 5.0, con un orientamento green e sostenibile. Quando c’è stata l’impennata dei costi energetici, le somme destinate a Industria 4.0 sono state spostate su pannelli fotovoltaici e altre misure che potessero mitigare l’impatto degli aumenti. Va benissimo, perché sono investimenti strutturali, ma sarebbe fondamentale avere un altro tesoretto per l’innovazione nei prossimi 2-3 anni".

È sempre più difficile trovare personale specializzato per le aziende. Il rapporto tra formazione e impresa è ancora farraginoso?

"Negli ultimi anni abbiamo fatto passi da gigante, sia come imprese, sia come sistema scuola-università. I ragazzi devono avere un grado di scolarizzazione sempre più alto, e bisogna lavorare in particolare tra medie e superiori, per poi invogliare a proseguire all’università. Il nostro Liceo Steam Internation, nato nel 2019 a Bologna, è l’esempio di un nuovo modello di formazione che va applicato sempre più alle scuole pubbliche. Dobbiamo ridurre gli abbandoni scolastici".

La vittoria delle materie matematiche su quelle umanistiche?

"Nello Steam c’è anche la parte umanistica o artistica. Il punto quindi non è memorizzare delle formule, quanto imparare a ricavarle. Certo, si sono fatte delle scelte: per esempio in Storia non si riparte dalla Preistoria, ma si approfondiscono gli ultimi due secoli. Dopo lo tsunami del Covid, le imprese e la società sono cambiate: anche la formazione deve stare al passo".

E rispetto alla mancanza di personale?

"Il numero di ingegneri e informatici di cui abbiamo bisogno oggi non è nulla rispetto a quello di cui avremo bisogno domani. Oggi c’è carenza di medici e ci battiamo il petto. Ecco, in futuro non vorrei che al posto del personale sanitario ci fossero proprio gli ingegneri".

Illustri a un ragazzo come sarà il suo lavoro nei prossimi 20-30 anni...

"Molto verterà sull’Intelligenza artificiale. E qui, badate bene, serviranno analisti ma anche umanisti che si interroghino sugli impatti che le scelte avranno a livello sociale e umano sull’ambiente ma anche sulle imprese stesse. Si lavorerà sempre più in squadra, in team, con due o tre ’gate’ nei quali sarà vagliata l’innovazione e le sue conseguenze. Serviranno anche competenze etiche e filosofiche, mi immagino un giuramento come quello di Ippocrate per i medici".

Che impatto avrà la transizione energetica e i paletti imposti dall’Ue ai motori termici sulla Motor Valley?

"Nella Motor Valley si producono bolidi che sono il top di gamma del settore, mi sento tranquillo. Quei marchi riusciranno a trasformare la percezione di queste supercar, e credo che i produttori si adatteranno nel migliore dei modi. Le multinazionali da questo punto di vista sono una garanzia".

Torniamo a Bologna, che ne pensa di Città 30?

"Non so dire gli effetti, ma è indubbio che questa misura sia stata applicata in tante città, anche grandi come Parigi. Io penso – ma la mia è una lettura intuitiva – che possa aumentare la fluidità".

C’è chi teme un effetto ingorgo, per effetto della somma di cantieri di tram e Passante, che impattano tra l’altro nel quartiere fieristico...

"Certo, la concentrazione è forte e diluire questi lavori nel tempo sarebbe meglio, ma non credo ci fosse modo. L’importante è l’informazione: oggi ci sono sistemi, penso anche a quelli diffusi nei cellulari, che danno indicazioni in tempo reale. Si potrebbero utilizzare di più"

Nodo Garisenda: c’è l’appello del Comune a donare per il restyling. Cosa farà Confindustria?

"Daremo un sostanzioso contributo. Ho già incontrato tantissimi imprenditori che hanno già dato segnali incredibili. Il nostro territorio è strepitoso, lo dimostrerà ancora una volta".