Passioni, miseria e violenza con Massimo Popolizio

Massimo Popolizio dirige e interpreta "Uno sguardo dal ponte", dramma di Arthur Miller, all'Arena del Sole. Un affresco sociale sulla povertà, l'immigrazione clandestina e l'incestuosa passione erotica che porta alla tragedia del protagonista. Una versione teatrale con la potenza espressiva di un film.

Passioni, miseria e violenza con Massimo Popolizio

Passioni, miseria e violenza con Massimo Popolizio

"È l’idea dell’ineluttabilità del destino, e della forza delle passioni da cui si può essere annientati che penso possa avere ancora oggi un forte impatto teatrale". Così Massimo Popolizio affronta ’Uno sguardo dal ponte’, l’allestimento del dramma di Arthur Miller da lui diretto e interpretato (e tradotto per l’occasione da Masolino D’Amico), all’Arena del Sole da stasera (ore 19) a domenica. Una produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma e Ert.

Un classico della letteratura americana scritto nel 1955 a partire da un brutale fatto di cronaca che turbò profondamente l’autore: un grande affresco sociale, ambientato nella comunità di immigrati siciliani a Brooklyn, ma anche il ritratto di un uomo onesto, compromesso da una incestuosa passione erotica.

La storia concentra una serie di temi incandescenti e ancora attualissimi: la fuga dalla povertà, le tensioni innescate dall’immigrazione clandestina, la caccia allo straniero, l’affetto morboso all’interno della famiglia. La vicenda è quella dell’italiano Eddie Carbone che vive a New York con la moglie Beatrice e la nipote Catherine, dalla quale è ossessionato. L’arrivo in casa di Marco e Rodolfo, parenti della moglie e clandestini negli Stati Uniti, scatena la gelosia. L’estremo attaccamento alle origini del protagonista, ad uno stile di vita arcaico e violento, determina irrimediabilmente la sua tragedia.

"Per me è una magnifica occasione mettere in scena un testo che assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica – racconta ancora Popolizio –, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive, credo possa essere interessante e ’divertente’ una versione teatrale. È una grande storia, raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi

di una serie e con le musiche di un film".

Diretto al cinema da Sidney Lumet nel 1962, nella memorabile pellicola con Raf Vallone, ’Uno sguardo dal ponte’ nelle mani di un maestro come Popolizio, in scena con un grupo di otto attori, diventa un racconto teatrale con la potenza espressiva di un film. Giovedì e venerdì ore 20.30, sabato ore 19 e domenica ore 16.