Piano casa, appello del Comune: "Risorse pubbliche per 224 milioni. Ma serve l’impegno delle imprese"

Il sindaco lancia la proposta di un tavolo con istituzioni, aziende e Curia come quello di ’Insieme per il lavoro’

Piano casa, appello del Comune: "Risorse pubbliche per 224 milioni. Ma serve l’impegno delle imprese"

Piano casa, appello del Comune: "Risorse pubbliche per 224 milioni. Ma serve l’impegno delle imprese"

di Benedetta Dalla Rovere

Un tavolo per il lavoro e per l’abitare che riunisca le imprese del territorio e che, insieme al Comune, alla Città metropolitana e alla Curia, cerchi soluzioni per l’emergenza casa a Bologna. È questa la proposta lanciata dal sindaco Matteo Lepore agli Stati Generali dell’Industria in Sala Borsa. Il modello da ripercorrere è quello di ‘Insieme per il lavoro’, efficace nell’aiutare chi un lavoro non l’aveva da tanto tempo a ritrovare un’occupazione.

Adesso il fronte si è spostato sulle necessità abitative di tanti cittadini, che fanno fatica a trovare un alloggio o che, nonostante lavorino, arrancano nel sostenere i costi degli affitti. Lo confermano i dati diffusi dall’Ires, per i quali in Emilia-Romagna il 18,9% dei lavoratori percepisce meno di 10.000 euro all’anno, quasi il 30% sta sotto i 15.000 euro. A Bologna, inoltre, dal 2019 4.500 nuclei familiari hanno avviato il percorso di attivazione del reddito di cittadinanza.

"Noi non facciamo leggi, non possiamo incidere sui salari, però possiamo, con il nostro ’Piano per Abitare’, se condiviso, mettere in campo un sostegno per le famiglie e per chi lavora", dice Lepore, che chiama a raccolta il sistema delle imprese. "Il Comune di Bologna non smetterà mai di svolgere il suo ruolo di accoglienza e sostegno agli ultimi, ma visto che le imprese stanno andando forte, è giusto che investano sul tema casa. Oggi offriamo strumenti concreti per poterlo fare", è la sfida lanciata al tessuto produttivo. Sotto la lente del Comune ci sono "settori come la logistica, l’edilizia, la ristorazione che hanno un forte precariato", e spesso c’è chi finisce "in strada e nelle occupazioni abitative".

"Bologna ha un proprio progetto – spiega Lepore –: l’idea è di costruire entro il 2024 un’Agenzia per l’abitare e un investimento pubblico con risorse europee di oltre 220 milioni".

A questo nuovo ente "destiniamo un finanziamento di oltre 4 milioni e uno stock abitativo pubblico per la fase iniziale, chiediamo alle imprese di fare uno sforzo in questo senso", fa eco la vice sindaca con delega alla Casa, Emily Clancy.

"Le imprese non stanno nel deserto. Se non crei valore aggiunto non crei economia sociale, ma se non c’è economia sociale non regge il sistema di questo territorio", avverte l’assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Colla.

Di "sforzo per la casa" parla anche l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Zuppi, per il quale "sono troppi i lavoratori a tempo indeterminato che non hanno un affitto a tempo indeterminato. Servono soluzioni originali – aggiunge –, ma che rispondano a questo tema".

Non mancano le aperture da parte del mondo economico: "Il territorio per essere attrattivo ha bisogno di avere delle case per gli universitari e i lavoratori. Se andiamo incontro e abbiamo voglia, tutti, cercheremo di fare di più perché i nostri associati siano sensibilizzati sul tema", assicura il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi.

Disponibile al confronto anche il presidente di Cna, Antonio Gramuglia, che giudica "interessante" l’idea del tavolo e propone di utilizzare l’Agenzia della casa del Comune per valorizzare il grande patrimonio inutilizzato dagli enti pubblici nazionali. Prudente la numero uno di Legacoop, Rita Ghedini, secondo la quale le imprese potranno concorrere al progetto del Comune con "risorse limitate", ma solo dopo un’analisi puntuale del bisogno al quale si vogliono dare risposte, in un quadro di crescita debole, nonostante il 3,5% di disoccupazione.

Pronto a dare una mano anche Valerio Veronesi, presidente della Camera di Commercio di Bologna, che tuttavia sottolinea la necessità di "un tavolo nazionale per risolvere questi problemi. Bologna è un laboratorio permanete, può dare un indirizzo, ma non credo che riusciremo a fare qualcosa da soli".